RECENSIONE | GHIACCIO NERO... Bosch e l'omicidio di Cal Moore

Ghiaccio nero (The Black Ice) è un romanzo poliziesco dello scrittore statunitense Michael Connelly, pubblicato nel 1993, è il secondo di una lunga serie avente come protagonista il detective Harry Bosch.

Prima di passare alle vicende del romanzo penso a voi lettori che fino ad ora, magari, non avete mai avuto il piacere di conoscere il detective Bosch ed è per questo che apro una piccola parentesi per descrivervi in poche righe chi è.

Il suo nome completo è Hieronymus Bosch, che gli è stato dato dalla madre in onore dell'omonimo pittore del XV secolo.
Nato nel 1950, sua madre era una prostituta ad Hollywood, che venne uccisa nel 1961 quando Bosch aveva 11 anni.
Il padre, che incontrò più tardi nella sua vita, invece era un importante avvocato penalista.
Ha passato la sua giovinezza con alcune famiglie adottive occasionali e in vari orfanotrofi e centri giovanili dove apprese dell'omicidio della madre.
Appena maggiorenne scappò via e si arruolò nell'esercito americano, venne mandato in Vietnam dove diventò un topo delle gallerie nella 25ª divisione fanteria, cioè un soldato specializzato il cui lavoro era di avventurarsi nel dedalo di gallerie utilizzate come caserme, ospedali e, in alcuni casi, obitori dai vietnamiti.
Dopo essere tornato dal Vietnam entra a far parte della LAPD e nei libri lo troviamo con il grado di Detective III, una posizione che include i ruoli di investigatore e di supervisore e equivale al ruolo di Sergente.
In tutti i libri, Bosch vive in una casa in pendenza sulla strada Woodrow Wilson sulle colline di Hollywood.
I soldi utilizzati per la costruzione della casa provengono dalla produzione di una miniserie TV in cui un attore (l'immaginario Dan Lacey) interpreta il ruolo di Bosch in un caso al quale il detective ha lavorato in passato e che coinvolge un serial killer; per la realizzazione di questa serie Bosch ha anche fornito la consulenza tecnica come esperto del LAPD.

Torniamo al romanzo.
Siamo a Los Angeles, nel giorno di Natale e dopo alcuni giorni di assenza e di ricerche da parte dei colleghi della polizia, in uno squallido motel di Hollywood viene trovato il corpo di Cal Moore, un detective della squadra anti-narcotici, la BANG (Boulevard Anti-Narcotics Group).
All'apparenza l'uomo, che si era da poco tempo separato dalla moglie, si è suicidato con una doppietta, lasciando un enigmatico biglietto di addio: "Ho scoperto chi ero".
Harry Bosch, detective della squadra omicidi della divisione Hollywood, è di turno e a casa sta ascoltando i messaggi radio sulle frequenze della polizia.
Quando giunge la notizia del ritrovamento del corpo di Moore, Bosch non viene chiamato, benché il fatto sia avvenuto in una zona di competenza della divisione Hollywood.
Nonostante non sia stato coinvolto ufficialmente, Harry, che aveva incontrato Moore poco tempo addietro, si reca comunque sul luogo del ritrovamento per constatare di persona i dettagli della scena del suicidio.

Come nel primo romanzo, ci troviamo di fronte ad un 'police procedural' in quanto la figura di Bosch è assolutamente predominante e non viene messo in particolare risalto l'eventuale contributo alle indagini di altri poliziotti.
Sin dalle prime battute si capisce come il detective non sia convinto appieno del reale suicidio del collega, quel biglietto così enigmatico lo tormenta e lo convince a scavare più a fondo.
Purtroppo però gli vengono 'tarpate le ali' da Irvin Irving, aiuto capo della polizia, che, convinto del suicidio, vuole liquidare la vicenda alla svelta per evitare che i giornali locali trovino un pretesto per specularci su e a Bosch non viene affidato il caso ma tutta una serie di pratiche riguardanti crimini piu o meno vecchi lasciati indietro da un ormai ex-detective alcolista.
Ma tutto sembra parlare di Cal Moore, dai fascicoli che si ritrova sulla scrivania Harry riesce a trovare un nesso fra i vari casi che lo riconducano al sospetto suicidio: il Ghiaccio Nero.

Ghiaccio nero è una droga prodotta dai Messicani i quali copiano il procedimento degli Hawaiani che uniscono altre droghe più famose tra loro creando il vetro.
Visto che la qualità dell'eroina messicana è più scadente e, nella preparazione raschiano anche il fondo bruciato delle pentole il risultato è più scuro rispetto al prodotto Hawaiano e per questo lo chiamano Ghiaccio nero.
A questo punto al detective manca solo un tassello per far luce sulla vicenda, recarsi 'segretamente' in messico per scoprire la verità.

Un altro grande poliziesco di Michael Connelly, secondo me migliore del precedente (La memoria del topo) più cattivo, più crudo e realistico.
Non si trova mai un calo di tensione, ad ogni pagina non sai mai cosa ti aspetta e i colpi di scena non sono pochi.
Con questo romanzo Connelly è salito di un gradino sulla mia scala di apprezzamento, è piacevole leggere e seguire le storie che inventa, opere d'inventiva che potrebbero essere benissimo reali.
E' proprio questo il punto forte secondo me, la sua capacità di descrizione è formidabile e in certi momenti mi viene da chiedermi: "sto leggendo una storia vera?".
Sarà un piacere continuare ad indagare con Harry Bosch.



Il mio voto: 8/10



Enrico

Commenti