RECENSIONE | IL DIO DELLA COLPA... un avvocato tra presente e passato



TITOLO: Il dio della colpa

AUTORE: Michael Connelly

EDITORE: Piemme




SINOSSI: Mickey Haller è un uomo complicato. Deve fare i conti con un passato di eccessi, con una figlia che non vuole più saperne di lui e con le necessità quotidiane, tra cui quella di guadagnare quel tanto che basta a mandare avanti il suo studio. È per questo che, quando riceve un messaggio sul cellulare la sua attenzione viene immediatamente catturata. A mandarglielo è Lorna, la sua segretaria, e il testo è questo: "Chiamami subito. Si tratta di un 187". Il numero, che in California corrisponde al codice dell'omicidio. Occuparsi della difesa in un caso di omicidio significa guadagnare molti soldi. Quando poi scopre che la vittima, una prostituta che pensava di aver rimesso sulla retta via, era già stata sua cliente, non ha più dubbi sull'opportunità di accettare l'incarico. A muoverlo però non è solo il bisogno di guadagnare, ma una sete di giustizia che nasconde un forte desiderio di redenzione personale.


RECENSIONE


Finalmente Michael Connelly mette un po' di ordine nella vita dell'avvocato Haller, consentendogli di difendere un uomo innocente e di dormire meglio la notte. A rendere il tutto più difficile, però, è la presenza di un uomo, che è stato incastrato da un agente corrotto delle DEA. Questo dimostra che non è sempre facile fare l'avvocato difensore, Mickey Haller sempre più spesso difende colpevoli di ogni tipo e l'etica professionale gli impone di farlo sempre al meglio.
E' un personaggio ambiguo, disposto a schierarsi anche con figure losche fregandosene che siano la peggior feccia. Gli importa solo di essere più furbo del suo avversario, così da tirarle fuori dal carcere. Questo suo atteggiamento non gli fa godere di molte amicizie e simpatie, anche sua figlia e la sua ex moglie si sono definitivamente allontanate da lui.
La vita dell'avvocato è dunque difficile, divisa tra lavoro e mostri interiori che lo costringono a dover fare i conti con il suo personale dio della colpa.

Un vero e duro legal drama, ambientato nelle aule di tribunale tra strategie e sotterfugi. Inevitabile l'inizio in sordina ma lasciate che la metamorfosi si completi e la seconda parte del libro sarà un piacere.
Connelly è una certezza, con lui non si sbaglia.
Un buon romanzo nel quale i piccoli colpi di scena ed il cambio ritmo consentono una lettura scorrevole. Non annoia, anche l'inizio è piacevole, e l'autore riesce a definire un profilo caratteriale del protagonista in modo completo ed esaustivo, portandone a galla nuovi dettagli, nonostante sia ormai al quinto romanzo sull'avvocato.
La trama è giustamente intricata ma solo con i personaggi essenziali, senza inutili e complicati passaggi a cui sempre più spesso autori inesperti si rivolgono per infittire le pagine con l'inevitabile conseguenza di rendere tutto più confuso.

Il romanzo è interamente incentrato sul giallo giudiziario pertanto, chi è solito leggere testi del genere di questo o altri autori quali, per esempio, Grisham, sa cosa aspettarsi.
Lo stile e la trama non si distinguono per originalità ma, rispetto a precedenti episodi aventi quali protagonista Mickey Haller, in quest'ultima opera Connelly riesce a rendere il mistero più intrigante e non sussiste quella sensazione di deja-vu che potevano magari trovare nelle precedenti prestazioni. Uno scritto più fluido e scorrevole, rendono Il dio della colpa privo di elementi che tendono a rendere farraginosa la lettura.
Con grande maestria Michael Connelly sviluppa l'intreccio narrativo che, tra sequenze rapide e dialoghi centellinati risulta quasi privo di lacune. Stilisticamente il linguaggio è fluente, il lettore si fa trascinare dal narrato, ne è attratto, nutrendo il desiderio di sapere chi e che cosa si cela dietro la morte della donna. La famosa metamorfosi citata prima.



Il mio voto: 7



Enrico

Commenti