RUBRICHE | LO SAPEVI CHE... Romanzo Picaresco (parte II)
Don Chisciotte (a terra) e il fido Sancho Panza |
Abbiamo qui la prima forma narrativa che rompe con le convenzioni letterarie legate alla vecchia teoria dei generi (Aristotele, Poetica), secondo la quale ad ognuno era assegnato un livello: alto per la tragedia e l'epica, basso per la commedia.
Il romanzo
ammette volentieri una certa promiscuità di toni: non solo gli episodi
comici si alternano ad altri tragici o eroici, caratteristica già
visibile nel teatro elisabettiano,
ma si afferma altresì uno stile misto vero e proprio, burlesco (in cui
eventi apparentemente seri sono messi alla berlina) o eroicomico (in cui
situazioni comiche e assurde sono presentate in uno stile epico).
Il contrasto insanabile tra stile e contenuto è responsabile
dell'effetto irresistibilmente satirico: ne vedremo uno strascico
spassoso nelle avventure più assurde del Beppo di Lord George Gordon Byron, ma ancora prima nei romanzi settecenteschi inglesi di autori dalla vena caustica come Jonathan Swift (I viaggi di Gulliver) o più divertita del Tom Jones di Henry Fielding, autore tra l'altro di una irresistibile parodia, Shamela (sham + Pamela = imbroglioncella, truffarella!) ai danni dell'edificante e moralistico Pamela di Samuel Richardson.
L'autobiografismo è la chiave di volta che determina il successo del romanzo picaresco: nel Cinquecento si erano diffuse infatti "cronache di viaggio" da paesi lontani come l'America
narrate in prima persona e lette con avidità come fatti veri.
Il
narratore del romanzo che dice "io" eredita lo stesso stratagemma che
aveva riscosso tanto successo solo qualche anno prima.
Nel romanzo
picaresco l'io narratore consente però all'autore anche di non farsi
carico di eventuali affermazioni "scomode" (come la denuncia sociale), a
maggior ragione in quanto la forma diaristica comporta l'adozione di un punto di vista soggettivo, l'uso di una lente
deformante non ci trasmette necessariamente la realtà, ma ci dà il
punto di vista del protagonista, per esempio nelle deformazioni
visionarie di Gulliver, che vede popoli fantastici di nani e giganti.
Se da un lato questa tecnica concede all'autore maggiore libertà di
satira, crea però un'ambiguità di fondo che spesso non consente di
identificare il pensiero dell'autore.
L'autobiografismo non è dunque autobiografia, così come un politico che appare come cameo in un film non recita sé stesso, ma un personaggio del copione.
Il romanzo picaresco non segna il momento preciso in cui venne
smantellata la società medievale.
Al contrario, si tratta di un lungo
processo di incubazione che parte dall'età comunale e si protrae fino a tempi relativamente recenti.
Nel medioevo esistevano tre classi fondamentali: l'aristocrazia guerriera, il clero, i contadini, ciascuna facente capo a delle famiglie precise, vere e proprie caste dalle quali non si usciva.
Ma con l'apertura verso il contado, e il fiorire dei borghi, una parte dei servi della gleba si affranca attraverso i commerci, creando di fatto una classe media che rivendica i suoi diritti e una propria etica, negando che la nobiltà sia determinata dalla nascita.
Dallo Stilnovismo in poi i poemi cavallereschi
spostano il centro dell'attenzione dai fatti militari agli intrecci
amorosi, fatto aiutato dalla crescita del pubblico femminile, fino ad
arrivare con l'Orlando Furioso a concentrare nelle avventure galanti il vero interesse del lettore.
In Cervantes
la satira si fa esplicita: il protagonista, che si improvvisa cavaliere
errante spera di salvare una mitica principessa chiusa in un castello
incantato, ma in realtà si scaglia contro una piccola locanda.
La
proverbiale carica contro i mulini a vento evoca un riso amaro, per
l'insistenza del nobilotto di non volere accettare l'evidenza di una
realtà sociale ormai tramontata.
Probabilmente senza il romanzo picaresco non ci sarebbe stato il romanzo nella sua forma moderna. L'individualismo rinascimentale dell'uomo che crede solo in sé stesso pone le basi per la nascita del picaro, eroe solitario venuto dal nulla come il Doctor Faustus di Christopher Marlowe.
Dopo l'espansione del picaresco, il romanzo va via via ramificandosi in diverse correnti o tendenze: nascono i racconti dell’orrore nella seconda metà del Settecento mentre l'Ottocento vede la nascita del romanzo storico, del thriller, del romanzo positivista fino agli innumerevoli filoni sperimentali del Novecento.
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Con questa seconda parte concludo l'approfondimento sul romanzo picaresco.
Grazie a tutti voi per la lettura.
Enrico
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