JACK DEVE MORIRE: il romanzo di Joyce Carol Oates
Oggi voglio parlarvi di un'autrice che in pochi forse conoscono e che meriterebbe maggiore visibilità in Italia dato l'elevato range di scrittura che possiede.
Joyce Carol Oates ha 79 anni ed è una scrittrice di romanzi, storie, sceneggiature, poesia e saggistica,
conosciuta per essere uno tra i più prolifici scrittori americani.
È
infatti autrice di circa cento libri:
oltre quaranta romanzi (undici dei quali pubblicati sotto pseudonimi),
ventotto raccolte di racconti, una decina di opere teatrali, sedici
volumi di saggi, dieci raccolte di poesie, nonché libri per bambini e
alcune raccolte di articoli apparsi su quotidiani e riviste nel corso
degli anni.
È tra i compilatori dei lemmi del Futuro dizionario d'America (The Future Dictionary of America, McSweeney's 2005).
È anche membro del Consiglio di Amministrazione della John Simon Guggenheim Memorial Foundation.
Insomma, un curriculum non da poco per la quasi ottantenne autrice americana che, tra i suoi ultimi lavori pubblicati in Italia, c'è un romanzo tutt'altro che scontato: JACK DEVE MORIRE.
Sarò sincero, prima di apprendere di questo libro non avevo la più pallida idea di chi fosse l'autrice e me ne vergogno profondamente, sì, accetto le critiche e una volta incassate mi darò da fare per approfondire la mia cultura letteraria.
Ma tornaimo a noi, in questo romanzo la Oates gioca al massacro dei generi letterari, dà vita a un’opera multiforme ed eccentrica dove realtà e psicosi, veglia e tumulto onirico collidono
ininterrottamente generando orribili buchi neri negli stati di
coscienza, e rivelando un’unica, inaccettabile verità: c’è un mostro sepolto nell’anima di ogni essere umano.
La casa editrice è Il Saggiatore e per chi ne fosse interessato riporto la sinossi: Andrew J. Rush è il prototipo dell’americano perbene. È un figlio
coscienzioso, un marito devoto, un padre premuroso, e vive con la sua
famiglia in una pittoresca cittadina del New Jersey. Andrew J. Rush è
anche un celebre scrittore di thriller e romanzi del mistero: i suoi
libri vendono milioni di copie, sono tradotti in più di trenta lingue, e
la critica non esita a definirlo «uno Stephen King in
versione gentiluomo».
Ma Andrew J. Rush è un uomo lacerato dagli spettri di un passato oscuro, sepolto negli strati più sotterranei della memoria eppure ancora vivo e palpitante, come il cuore rivelatore del racconto di Edgar Allan Poe. Per liberare questo emisfero recondito e negato della sua coscienza, Rush decide di crearsi un alter ego, uno pseudonimo enigmatico e controverso sotto il quale scrivere nuove storie, più viscerali, più sanguigne. Come però accade per ogni intuizione frankensteiniana o scissione perversa – dal dott. Jeckyll a Dorian Gray, fino allo sdoppiamento di Stephen King e Richard Bachman –, ciò che ne nasce è un mostro incontrollabile e furente: Jack of Spades.
All’inizio Jack sembra ubbidire fedelmente al padrone. Il suo stile rude e magmatico è un ordigno letterario di distruzione, spietato e senza limiti. La sua identità indecifrabile e sfuggente gli permette di muoversi tra le pagine come un fantasma, un demone che trascrive dall’inferno i vangeli dell’immoralità. Ma presto Jack inizia a evadere i confini della letteratura, a insinuarsi nella vita privata del suo creatore, divenendone il complice mefistofelico, il suggeritore sanguinario e infine l’antagonista da eliminare, che intrappola Rush in una ragnatela voluttuosa di delitti e crimini dalla quale solo uno dei due potrà uscire vivo.
Ma Andrew J. Rush è un uomo lacerato dagli spettri di un passato oscuro, sepolto negli strati più sotterranei della memoria eppure ancora vivo e palpitante, come il cuore rivelatore del racconto di Edgar Allan Poe. Per liberare questo emisfero recondito e negato della sua coscienza, Rush decide di crearsi un alter ego, uno pseudonimo enigmatico e controverso sotto il quale scrivere nuove storie, più viscerali, più sanguigne. Come però accade per ogni intuizione frankensteiniana o scissione perversa – dal dott. Jeckyll a Dorian Gray, fino allo sdoppiamento di Stephen King e Richard Bachman –, ciò che ne nasce è un mostro incontrollabile e furente: Jack of Spades.
All’inizio Jack sembra ubbidire fedelmente al padrone. Il suo stile rude e magmatico è un ordigno letterario di distruzione, spietato e senza limiti. La sua identità indecifrabile e sfuggente gli permette di muoversi tra le pagine come un fantasma, un demone che trascrive dall’inferno i vangeli dell’immoralità. Ma presto Jack inizia a evadere i confini della letteratura, a insinuarsi nella vita privata del suo creatore, divenendone il complice mefistofelico, il suggeritore sanguinario e infine l’antagonista da eliminare, che intrappola Rush in una ragnatela voluttuosa di delitti e crimini dalla quale solo uno dei due potrà uscire vivo.
Se posso darvi un consiglio e ancora non avete avuto a che fare con questa scrittrice acquistate il libro e inziate a conoscerla, a conoscere la sua poliedricità e il suo grandissimo talento.
Una personalità eccezionale, una piacevolissima scoperta per me.
Enrico
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