RECENSIONE | IL GIOVANE HOLDEN... a ciascuno la propria rabbia

Il giovane Holden (The Catcher in the Rye, letteralmente "Il prenditore nella segale" o "L'acchiappatore nella segale") è un romanzo del 1951 scritto da J.D. Salinger.
Il titolo originale nasce dalla storpiatura del secondo verso della strofa che il protagonista opera involontariamente in uno dei passaggi più importanti del romanzo quando, interrogato dalla sorella Phoebe su cosa voglia veramente fare da grande, risponde, ispirandosi alla scena evocata dalla poesia di Burns: "colui che salva i bambini, afferrandoli un attimo prima che cadano nel burrone, mentre giocano in un campo di segale".
In inglese, l'espressione suona bizzarra per l'immagine che evoca ma è formata da termini comuni: catcher indica anche il ruolo del ricevitore nelle squadre di baseball, mentre rye è popolare quanto il rye whiskey, un distillato che, secondo le leggi degli USA, deve essere prodotto impiegando almeno il 51% di segale.
In Italia invece la traduzione letterale risultò impossibile e inconcepibile in quanto ci si troverebbe di fronte ad espressioni come Il prenditore nel campo di segale oppure Il prenditore nel whiskey o ancora Il terzino nella grappa, tutte esperessioni insignificanti.
Ecco perchè il traduttore optò per Il giovane Holden.

Non ho mai letto nulla di Salinger fino ad oggi nonostante ne avessi sempre sentito parlare il lungo e in largo su giornali, testi scolastici e da autori di fama internazionale tra i quali Stephen King che lo considera uno dei suoi romanzi preferiti.
La curiosità e il fatto che fosse uno dei libri preferiti del mio autore preferito mi hanno convinto ad acquistarlo.
Ho avuto una sensazione particolare fin dall'inizio, già quando l'ho visto nello scaffale della libreria mi ha colpito la sua assenza di copertina, in realtà è completamente bianca ad eccezione per nome, titolo e casa editrice.
Mi sono chiesto il perchè di questa scelta forse editoriale ma tale pensiero è subito sfumato per lasciare libero spazio all'immaginazione, la mia mente già vagava alla ricerca di una possibile immagine che potesse essere apposta a fronte di questo romanzo e solo più tardi sono venuto a conoscenza del reale motivo di quella copertina: è voluta così dell'autore affinché il libro venga scelto per il contenuto e non per l'aspetto esteriore.
Non vi è traccia di trama quindi il lettore è costretto a sfogliare le pagine e addentrarsi nel labirinto di parole prendendo una decisione drastica: tornare indietro abbandonandolo oppure accettare la sfida?

Le storia è narrata in prima persona dal giovane Holden Caulfield e il racconto ha inizio in una ipotetica cittadina della Pennsylvania, Agerstown, nella scuola di preparazione al college alla quale Holden è stato iscritto dai suoi genitori, la Pencey.
La narrazione si trasferisce poi definitivamente a New York, dove, nell'area metropolitana di Manhattan compresa tra la parte sud di Central Park e il Greenwich Village, hanno luogo tutte le vicende successive.
Da qui è tutto un susseguirsi di dialoghi, per la maggior parte interiori, accompagnati da gran dosi di alcol, rabbia e depressione. 
Siamo nelle settimane immediatamente precedenti il Natale del 1949, i riferimenti temporali non sono ben definiti ma è possibile risalirci attraverso alcune allusioni che l'autore fa: l'età del ragazzo al momento in cui scrive (16 anni), la data della morte di Allie, suo fratello minore (morto il 18 luglio 1946) ed al fatto che in quel giorno aveva 13 anni.

L'intero romanzo ruota attorno alla figura di Holden, un ragazzo adolescente che vuole comportarsi da uomo maturo credendosi già grande ma che nasconde un'incredibile fragilità sfociata in depessione.
I suoi atteggiamenti sono duri, scontrosi e ribelli, senza controllo vaga libero per la città di New York (dopo essere stato espulso dalla scuola) frequentando night club e locali, ubriacandosi al punto da richiede i servizi di una prostituta.
E' un ragazzo incazzato, difficile e problematico, non si allude alle cause che lo hanno portato ad una depressione tale da vedere il mondo come un posto pessimo e senza speranze ma sta di fatto che la sua adolescenza resterà per sempre segnata.
Solo sua sorella Phoebe lo rende felice o meglio meno triste e proprio a loro due è dedicato il finale del romanzo con un lungo dialogo e un episodio che farà finalmente tornare il sorriso al nostro adolescente, un sorriso nostalgico.

Il significato della copertina bianca e spoglia mi è ora più chiaro, la rabbia vista con gli occhi di Holden è la rabbia di tutti noi, a ciascuno la propria perchè chiunque legga questo libro lo vive in maniera individuale, diversa da un altro.
Gli occhi di Holden diventano i nostri occhi con i quali ci guardiamo alle spalle o ci specchiamo nel presente, un'esperienza intima e soggettiva.
E' una lettura 'potente', nel bene o nel male ti lascia qualcosa che non si dimentica facilmente.
State pronti a conoscervi dentro.



Il mio voto: 7/10



Enrico

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