Il romanzo di Don Robertson introdotto da Stephen King
Uscito lo scorso 27 ottobre in Italia per la casa editrice Nutrimenti, L'UOMO AUTENTICO è un romanzo di Don Robertson inedito fino a quel giorno nel nostro paese.
Si tratta di una parabola distruttiva di un anziano violentato dall'assurdità della vita, accompagnato da un'introduzione di Stephen King e traduzione di Nicola Manuppelli.
Dal sito dell'editore si legge: in un'intervista del 2015 al New York Times, alla domanda su chi
fosse il suo scrittore preferito di tutti i tempi, Stephen King ha
risposto: Don Robertson. Alcuni anni prima, aveva ospitato nel catalogo
della sua casa editrice questo libro crudo e scioccante, l'inclemente
testamento di un autore dal percorso irregolare, celebrato e poi
trascurato, difficile da classificare, se non rifugiandosi nella
definizione che ne ha dato lo stesso King nella sua introduzione al
romanzo: "Uno dei più grandi scrittori meno conosciuti degli Stati
Uniti".
L'uomo autentico è il libro di un Robertson quasi sessantenne, e forse non a caso parla di vecchiaia, di illusioni tradite, di domande rimaste fatalmente senza risposta. Lo fa aggirandosi tra i fumi di petrolio di Houston, in Texas, per raccontare la storia di Herman Marshall, un uomo semplice, uno come tanti, che realizza con orrore, nell'ultima stagione della vita, di aver raccolto soltanto sconfitte e stanchezza. Ha ucciso i tedeschi in guerra, è stato piantato per anni sul sedile di un camion, ha visto un figlio soffrire le pene dell'inferno e andarsene; ora passa il tempo ad accudire la moglie malata e a bere birra insieme a un gruppo di vecchi come lui. Annientato dall'ennesimo dolore, Herman Marshall decide di mettere in atto il suo personale regolamento di conti, la sua disperata vendetta contro la vita, in un finale duro e feroce, che lascia senza respiro.
L'uomo autentico è il libro di un Robertson quasi sessantenne, e forse non a caso parla di vecchiaia, di illusioni tradite, di domande rimaste fatalmente senza risposta. Lo fa aggirandosi tra i fumi di petrolio di Houston, in Texas, per raccontare la storia di Herman Marshall, un uomo semplice, uno come tanti, che realizza con orrore, nell'ultima stagione della vita, di aver raccolto soltanto sconfitte e stanchezza. Ha ucciso i tedeschi in guerra, è stato piantato per anni sul sedile di un camion, ha visto un figlio soffrire le pene dell'inferno e andarsene; ora passa il tempo ad accudire la moglie malata e a bere birra insieme a un gruppo di vecchi come lui. Annientato dall'ennesimo dolore, Herman Marshall decide di mettere in atto il suo personale regolamento di conti, la sua disperata vendetta contro la vita, in un finale duro e feroce, che lascia senza respiro.
Non conosco nè autore nè editore ma sembra questa un'ottima occasione per scoprire entrambi, specialmente il primo: uno degli autori preferiti del mio autore preferito.
Niente di meglio insomma.
Don Robertson (1929-1999), nativo di Cleveland, Ohio, autore di diciotto
libri, ha goduto per più di un decennio di un grande successo in
America, al punto che uno dei suoi romanzi, The Greatest Thing That Almost Happened,
divenne un film per la televisione nel 1977. All'attività di scrittore,
che gli valse il Putnam Award e il Cleveland Arts Prize for Literature,
ha sempre affiancato il lavoro di giornalista. Senza mai smettere di
scrivere, si è allontanato progressivamente dall'ambiente letterario,
anche a causa di gravi problemi di salute, fino a venirne dimenticato.
La sua recente riscoperta ha rilanciato negli Stati Uniti molti dei suoi
romanzi e ha avviato una riconsiderazione critica della sua intera
opera.
Enrico
Commenti
Posta un commento