RECENSIONE | IL RAGNO... Bosch e l'omicidio Elias
Il ragno (Angels Flight) è il sesto romanzo di Michael Connelly con protagonista il detective Harry Bosch, edito nel 1999.
Il genere è sempre lo stesso, un 'police procedural'
atipico in quanto la figura di Bosch è assolutamente predominante e
non viene messo in particolare risalto l'eventuale contributo alle
indagini di altri poliziotti.
Il titolo italiano del libro deriva dalla pagina iniziale di un sito web, che viene esaminato durante le indagini, dove compare un ragno che, tessendo una ragnatela, da forma alla pagina stessa.
Quello originale invece sta ad indicare il luogo del delitto e del ritrovamento del cadavere 'protagonista' del romanzo.
Per chi leggesse solo oggi questa mia recensione, senza prima aver visto le altre, cerco di riassumervi chi è il detective di questa fortunata serie.
Harry Bosch, il suo nome completo è Hieronymus
Bosch, che gli è stato dato dalla madre (protagonista indiretta del
libro) in onore dell'omonimo pittore del XV secolo.
Nato nel 1950, sua madre era una prostituta ad Hollywood, che venne uccisa nel 1961
quando Bosch aveva 11 anni.
Il padre, che incontrò più tardi nella sua
vita, invece era un importante avvocato penalista.
Ha passato la sua
giovinezza con alcune famiglie adottive occasionali e in vari
orfanotrofi e centri giovanili dove apprese dell'omicidio della madre.
Appena maggiorenne scappò via e si arruolò
nell'esercito americano, venne mandato in Vietnam dove diventò un topo delle gallerie
nella 25ª divisione fanteria, cioè un soldato specializzato il cui lavoro
era di avventurarsi nel dedalo di gallerie utilizzate come caserme,
ospedali e, in alcuni casi, obitori dai vietnamiti.
Dopo essere tornato dal Vietnam entra a far parte della LAPD
e nei libri lo troviamo con il grado di Detective III, una posizione
che include i ruoli di investigatore e di supervisore e equivale al
ruolo di Sergente.
In tutti i libri, Bosch vive in una casa in pendenza sulla strada Woodrow Wilson sulle colline di Hollywood.
I
soldi utilizzati per la costruzione della casa provengono
dalla produzione di una miniserie TV in cui un attore (l'immaginario Dan
Lacey) interpreta il ruolo di Bosch in un caso al quale il detective ha
lavorato in passato e che coinvolge un serial killer; per la
realizzazione di questa serie Bosch ha anche fornito la consulenza
tecnica come esperto del LAPD.
Tornando al libro, in questo nuovo episodio l'asticella dell'indagine sale parecchio infatti il detective Harry Bosch deve indagare sull'omicidio di uno degli avvocati più importanti e famosi della città di Los Angeles: Howard Elias.
La faccenda sembra essere complicata per due motivi: il primo, la discriminazione razziale, Elias è infatti un nero e in una città come Los Angeles l'omicidio di un 'compagno' suscita molto odio nell'animo della comunità, dissapore che porterà a numerosi atti rivoltosi da parte della comunità stessa.
Il secondo motivo è strettamente legato al primo, l'avvocato è particolarmente noto per le sue cause contro il Dipartimento di Polizia
che molte volte l'hanno portato ad essere odiato dagli stessi agenti,
ma al contrario molto amato dalla comunità afroamericana che lo vede
come un proprio paladino.
Ecco quindi il quadro della situazione che il LAPD si trova ad affrontare, un'indagine su larga, anzi larghissima scala.
Inizialmente si cerca il colpevole tra gli appartenenti al dipartimento,
in particolare tra quelli della DRO, il Dipartimento Rapine-Omicidi (ciò porterà alla scomparsa di uno dei personaggi ricorsivi di Connelly e per il quale il mio dispiacere è stato enorme) ma un
susseguirsi di vicende indurranno il detective Bosch e la sua squadra, formatasi già nel romanzo precedente e composta da 2 elementi afroamericani (Jerry Edgar e Kizmin Rider), a riportare a galla
l'omicidio di una bambina, la figlia di uno dei più importanti e potenti
venditori di automobili della città.
Il suo infallibile sesto senso lo porterà a convincersi che si tratti della pista giusta e si ritroverà sorprendentemente a
lottare contro un crimine orribile come la pedofilia.
Personalemte l'indagine stavolta descritta non mi è piaciuta, la considero la peggiore dei primi sei libri della serie ma non la boccio per l'idea generale o la fantasia dell'autore bensì per la sua lentezza.
La prima metà del libro è stata pesante e noiosa, non era altro che un susseguirsi di riunioni e conferenze stampa tutte identiche, nessun risultato e nessun progresso nell'indagine.
Boccio anche (questo ovviamente è più gusto personale) il quasi inesistente 'tocco rosa' inconfondibile di Connelly, ci eravamo lasciati con Bosch ed Eleanor felicemente sposati alla fine di Musica Dura e li trovo adesso in piena crisi senza che ne vengano spiegate le motivazioni, o quasi.
Sono però fiducioso e convinto che già dal prossimo libro se ne saprà di più, quella di Michael e la tecnica migliore per lasciare il lettore in sospeso.
Naturalmente non tutto è 'da buttare via' anzi, le ultime 150 pagine sono state formidabili con stravolgimenti su tutto il fronte dell'indagine e, ahimè come vi ho citato prima, la scomparsa di un personaggio che lascia dell'amaro in bocca.
Non ho ritrovato uno dei tratti distintivi, se così si può chiamare, dei romanzi di Connelly, parlo della previdibilità; nelle 5 indagini precedenti quasi sempre gli indizi ti portavano a scoprire il colpevole o per lo meno ad avvicinarti alla verità, anche questa volta tutto fa pensare la stessa cosa per poi essere sconvolta da un particolare che forse solo il lettore più attento riesce a scovare.
Confesso di aver goduto tantissimo per questo finale rimanendone soddisfatto appieno.
Connelly si è fatto perdonare alla grande ma ciò non cambia il mio giudizio, una lettura piacevole ma che non mi ha entusiasmato.
Per intenderci, se qualcuno mi chiedesse un consiglio su quale libro inziare la serie, per quanto ho letto fino ad ora, questo l'ultimo che sceglierei.
Il mio voto: 6/10
Enrico
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