RUBRICHE | LO SAPEVI CHE... Romanzo Storico (parte I)
Waverley di Walter Scott |
Il romanzo storico è un'opera narrativa ambientata in un'epoca passata,
della quale ricostruisce le atmosfere, gli usi, i costumi, la mentalità
e la vita in genere, così da farli rivivere al lettore.
Secondo l'Enciclopedia Britannica, un romanzo
si definisce storico quando " è ambientato in un'epoca storica e intende
trasmetterne lo spirito, i comportamenti e le condizioni sociali
attraverso dettagli realistici e con un'aderenza (in molti casi solo
apparente) ai fatti documentati ".
La società angloamericana per la promozione e la tutela del romanzo
storico (Historical Novel Society) propone la seguente definizione:
Per essere ritenuto storico, un romanzo deve essere stato scritto almeno cinquanta anni dopo gli eventi descritti, o deve essere stato scritto da un autore che all'epoca di tali eventi non era ancora nato (e quindi ha dovuto documentarsi su di essi).
Dal momento che presenta una parte di invenzione e una parte di realtà storica, quello del romanzo storico è un genere "ibrido", se non costituisce addirittura un ossimoro letterario.
Lo statuto del genere si basa su una sorta di promessa implicita da parte dello scrittore,
quella di limitare la propria libertà inventiva, sottoponendola al
vincolo della verità storica.
Il lettore sa di non trovarsi davanti a un
trattato di storiografia,
eppure non mancherà di chiedersi quanta parte di verità ci sia nei
fatti narrati; per fruire dell'opera, dovrà scegliere di fidarsi della
voce del suo autore.
Il romanzo storico è un genere tipicamente romantico, che nacque e conobbe una grande espansione durante l'Ottocento.
In quel secolo la narrativa conquistò una posizione preminente sulle altre forme letterarie;
la narrativa di ambientazione storica in particolare ricevette un forte
impulso da una serie di fattori.
La crescente affermazione del pensiero
e del metodo scientifico
favorì il rinnovamento degli studi storici e un forte interesse per le
discipline storiche.
Sul piano filosofico si andava affermando l'idea
che il concatenarsi degli eventi nel tempo, lungi dall'essere casuale,
obbedisca a una logica precisa; anche a causa delle grandi guerre, si
iniziò a concepire l'esistenza dell'individuo come qualcosa di
fortemente condizionato dalla storia.
Prima dell'Ottocento, naturalmente, nel romanzo e anche nella drammaturgia erano già state utilizzate ambientazioni storiche: basti pensare ad alcuni drammi di Shakespeare, che analizzavano la crisi del sistema feudale e l'autodistruzione cui si stava votando l'aristocrazia; vi sono esempi di romanzi detti "storici" anche nel Seicento italiano, come il Demetrio Moscovita del ferrarese Maiolino Bisaccioni, pubblicato a Venezia nel 1639.
Nel Settecento si erano avuti i grandi romanzi realistico-sociali (per l'Inghilterra Daniel Defoe, Samuel Richardson, Henry Fielding)
che avevano raffigurato i caratteri della contemporaneità, ma sembrava
difficile per gli autori rendere efficacemente le ambientazioni passate.
Jonathan Swift, Voltaire e Diderot
avevano ambientato le vicende dei loro romanzi satirici in tempi e
luoghi indeterminati, che tuttavia rispecchiavano i tratti essenziali
della Francia e dell'Inghilterra della loro epoca.
Inoltre, nei generi pre-romantici (picaresco e gotico
su tutti) la storia era sostanzialmente un elemento statico, non
produttivo dell'azione romanzesca e rappresentava più che altro lo
scenario di fondo sul quale si muovevano i personaggi.
Nel romanzo ottocentesco, invece, la storia entra in scena da
protagonista e lo studio e la documentazione sugli eventi storici
diventa pratica complementare, anzi, necessaria al lavoro dell'autore.
Occorre tuttavia osservare che nel romanzo Memorie di un cavaliere del 1720, Daniel Defoe" pone per la prima volta le avventure del suo eroe in un quadro storico
[...], che lo scrittore si è certamente servito, per compilare
quest'opera, di fonti e documenti storici [..] "; pertanto Memorie di un cavaliere ha " l'importanza di inaugurare in Inghilterra un genere letterario nuovo, a cui, un secolo più tardi, si ispirò Walter Scott ".
Enrico
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