RECENSIONE | L'ISOLA DEL TESORO... quindici uomini sulla cassa del morto

L'isola del tesoro (Treasure Island), di Robert Louis Stevenson, è uno dei più celebri romanzi per ragazzi di tutti i tempi. Pubblicato per la prima volta a puntate nella rivista per ragazzi Young Folks alla fine del 1800 con il titolo di Sea Cook, or Treasure Island (Il cuoco di bordo ovvero l'isola del tesoro), racconta una storia di pirati e tesori e ha contribuito in modo significativo all'immaginario popolare su questi argomenti. Viene generalmente considerato come un romanzo di formazione ma contiene elementi inusuali. Per esempio, il personaggio di Long John Silver viene utilizzato dall'autore per descrivere la potenziale ambiguità della morale, non completamente buono ma neanche completamente cattivo.
Il libro è un perfetto modello del racconto d'avventura, è un'avvincente storia di lupi di mare, capitani di lungo corso, pirati e ammutinamenti. Una caccia al tesoro in mari lontani scatenata dal ritrovamento tra le carte di un vecchio marinaio della mappa di una misteriosa isola dove una banda di filibustieri ha sepolto un favoloso bottino. Per il ritmo incalzante con cui si susseguono i colpi di scena e per i suoi indimenticabili personaggi, dal giovane Jim Hawkins, che da semplice mozzo diventa l'intrepido protagonista della spedizione, al feroce e leggendario pirata Long John Silver, entrato di diritto nell'immaginario romanzesco tanto da essere ancora dopo secoli oggetto di colte e appassionate rivisitazioni.

Al giorno d'oggi le famiglie allargate sono comuni, ai tempi di Stevenson erano invece molto rare e lui, per mostrare l'affetto che nutriva nei confronti dei due figli della sua compagna, scrisse per loro questo bellissimo romanzo d'avventura con protagonista un ragazzo come loro che si ritrova ad affrontare crudeli pirati e un minaccioso mare in tempesta per acciuffare un tesoro nascosto su un'isola sperduta nell'oceano.
L'isola del tesoro rappresenta ciò che cerchiamo da sempre nelle nostre esistenze, l'aspirazione a un qualcosa di migliore rispetto a ciò che abbiamo ma soprattutto rappresenta la crescita evolutiva di un uomo che per maturare deve saper osare e affrontare le sue paure.
Uno di quei classici che non ci si stanca di leggere e rileggere e che a qualsiasi età riesce sempre a incantare. Si tratta indubbiamente di uno dei capolavori della letteratura mondiale.
In Stevenson, l'originalità della maturazione di Jim sta proprio nei modelli che influiscono sulla formazione del protagonista. Non a caso, il padre di Jim che muore poco dopo l'inizio del romanzo e che viene raramente citato nel corso della narrazione. Il Dr. Livesey e il conte Trelawney sono certamente due personaggi autorevoli, ma poco affascinanti, perché non promettono l'avventura, che è ciò che Jim va desiderando, ed anzi incarnano il buon senso e il rigore borghesi. Sembra dunque, che siano proprio i pirati ad avere la maggior presa su Jim e sul suo immaginario di giovane uomo: è cioè l'incontro/scontro con il Male, incarnato in Long John Silver, a trasmettere al giovane quelle virtù (coraggio e indipendenza) di cui egli è sprovvisto all'inizio della storia e che invece avrà acquisito alla fine della sua incredibile avventura. Long John è quindi un personaggio sfaccettato e complesso, egli è sicuramente malvagio e feroce ma ha anche un fascino oscuro e sotterraneo che fa presa sull'indole ingenua del giovane Hawkins, che in lui vede una specie di Sancio della pirateria. Con la bonomia, la gentilezza e gli scherzi ottiene ciò che desidera. Seduce, attrae, affascina, ispira fiducia e rassicura.

Una trama piuttosto lunga e complessa che è diventata il punto di partenza di qualsiasi avventura di mare. Quasi tutte le storie che leggiamo oggi di pirati e bucanieri, con tanto di pappagalli parlanti, isole deserte e tesori nascosti, devono tutto a questo libro di Stevenson.
E' una storia che incanta, anche se non è esente da qualche difettuccio. La scrittura a volte è un po' divagante, certi dialoghi non perfettamente credibili, le descrizioni a tratti un poco confuse. Ma sono peccati veniali, che poco disturbano la assoluta godibilità del libro.
L'attuale grande dubbio di questo tipo di avventura, e dei grandi classici in generale, è il richiamo che hanno sulle giovani generazioni. Probabilmente cinema, fumetti, televisioni e videogiochi hanno già riempito la testa dei ragazzi con queste immagini che hanno quindi completamente perso, ai loro occhi, il fascino della seduzione che sono in grado di sprigionare. Viene da chiedersi: sono forse questi i pirati che nella fantasia hanno preso il posto di Long John Silver?
Una lingua semplice e diretta, una storia appassionante, la scrittura che diventa invisibile. In questo libro c'è la letteratura come 'astrazione' dal sè stessi al suo massimo livello. Non so se sia bene o male averlo letto solo in età adulta, comunque una fortuna.

Isole, pirati, tesori, pappagalli e gambe di legno. Il tutto condensato in una prosa che solo il genio di Stevenson poteva partorire. L'isola del tesoro è semplicemente questo, un concentrato di avventura da portare con se nella vita, che di avventuroso purtroppo hanno spesso ben poco. Chi non vorrebbe essere il piccolo Jim, catapultato in un'avventura meravigliosa solcando i mari?
In questo romanzo c'è tutta l'avventura che si può desiderare. Un perfetto romanzo di intrattenimento, di quelli difficili da mettere giù, perfetto per tutte le età.
Potersi abbandonare a una fantasticheria leggendo un libro e ricordarsi di quando si voleva, e a volte per gioco ci si costruiva, un ruolo da protagonista in qualche avventura per terra e per mare, esattamente come l'adolescente protagonista, mostratoci entusiasta alla prospettiva dell'imminente partenza.
Affascinante, poi, il racconto per il racconto, l'avventura per l'avventura, l'intreccio sopra ogni altra cosa, senza troppi significati, nonché le pennellate paesaggistiche, di colore, nel dipingere i personaggi.

La figura di Long John Silver giganteggia, titano fra i tanti antagonisti della letteratura, uno dei primi a non essere né monocolore né monocorde, ma capace di una complessità quasi insondabile.
Cos'altro si può dire del libro per ragazzi più celebre di sempre se non leggetelo, leggetelo, leggetelo!
L'isola del tesoro è una di quelle rare opere che soddisfano sia la sete di avventura dei ragazzi, per i quali fu pensata e scritta, sia il gusto raffinato dei lettori adulti che conquista col suo inimitabile smalto narrativo.



Il mio voto: 9



Enrico

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