RECENSIONE | LA SVOLTA... Haller e Bosch in azione

La svolta (The Reversal) è il terzo romanzo di Michael Connelly con protagonista l'avvocato difensore Mickey Haller, edito nel 2010 e facente parte di una serie di opere a lui dedicate che hanno scalato le classifiche internazionali, proprio come la serie ben più conosciuta incentrata sul detective Bosch.

Il protagonista è Mickey Haller e della sua infanzia si conosce ben poco, figlio di un famoso avvocato di Los Angeles e di una messicana, il padre è morto quando aveva solo cinque anni lasciandogli in eredità la sua pistola. Ha intrapreso la stessa carriera del padre, diventando avvocato della difesa, ed è riuscito a conoscere meglio l'illustre genitore attraverso i casi di cui si è occupato e le testimonianze di chi ci ha lavorato insieme. Solamente da adulto conoscerà Harry Bosch, il fratellastro poliziotto che ha avuto una giovinezza decisamente più difficile della sua. Mickey si è sposato due volte e altrettante ha divorziato. La prima moglie è stata Maggie McPherson, pubblico ministero soprannominata McFierce (La Feroce, tradotto in alcuni libri e film con La Spietata), dalla quale ha avuto una figlia, Hayley. I due non si sono mai affrontati in tribunale e l'aver seguito due carriere opposte li ha portati alla separazione. La seconda moglie è invece stata la sua segretaria Lorna Taylor, la quale dopo il divorzio ha iniziato una relazione con l'investigatore privato Dennis "Cisco" Wojciechowski.

In La Svolta Mickey Haller, che è sempre stato l'avvocato della difesa, riceve dal procuratore distrettuale di Los Angeles Gabriel Williams l'offerto per l'incarico di pubblico ministero nel caso Jason Jessup. Ventiquattro anni prima Jessup era stato accusato dell'omicidio di Melissa Landy, una bambina di 12 anni e condannato all'ergastolo ma ora è emersa una nuova prova, il test del DNA, che lo scagionerebbe. Haller accetta l'incarico perché convinto della colpevolezza dell'imputato e forma la squadra che lo assisterà nella causa: l'ex moglie Maggie McPherson come vice-procuratore e il fratellastro Harry Bosch nel ruolo di detective. Indagando, i due fratellastri scoprono una verità che va ben oltre le apparenze e che il vero colpevole potrebbe colpire ancora, magari proprio ciò che hanno di più caro: le loro figlie.

Leggere questo libro è stato come rivedere vecchi amici che da tempo non sentivo e riprendere il dialogo da dove lo si era lasciato. Come sempre, il modo di scrivere di Connelly è preciso, ricco di particolari, abile ma questa volta poco entusiasmante e non all'altezza delle aspettative che vi avevo riposto.
Ho fatto fatica a stare dietro alla storia e la mia attenzione ha avuto alti e bassi fino alla conclusione, parecchi punti noiosi e 'morti' mi hanno costretto spesso a fare retromarcia e tornare a leggere pagine intere in cui l'autore faceva troppa confusione di personaggi e avvenimenti. Anche i momenti spiazzanti e i colpi di scena sono pochi o quasi assenti, un'anomalia che non passa inosservata all'occhio attento di chi è abituato a leggere ben altro dalla penna di questo autore.
L'antagonista di un libro si sa che non ricopre il ruolo principale ma si ritaglia una gran bella fetta della torta ma qui rimane non so dire se volutamente o meno, in ombra rispetto alle imputazioni che gli sono mosse e alla figura del suo avvocato difensore. Una svista? No, non da uno scrittore abile come Connelly, credo più in una mera strategia che non mi ha però stupito nè conquistato.

La Svolta è un thriller anomalo, senza le solite scene crude o raccapriccianti che non mi ha conquistato. Non mi ha tenuto incollato alle pagine e mai ho avuto così tanta voglia di arrivare al fondo, non per la curiosità di indagare e scoprire, bensì per poter finalmente passare a qualcosa di meglio.
Il finale è amarissimo, salvo solo il dialogo che nell'ultimo capitolo vede protagonista la coppia Haller-Bosch in cui è racchiusa la morale della storia. L'unico vero momento per il quale posso dire di essere soddisfatto.
Direte voi, leggendo questa recensione, un flop sull'intera linea e vi risponderò 'sì', questa volta per me Connelly ha toppato in pieno scrivendo forse il suo libro peggiore di cui non sentirò la mancanza e che scorderò molto presto ma non per questo abbandonerò le sue opere. Non sarà mai un errore a modificare l'opinione che ho di lui e della sua letteratura che rimane comunque sempre valida e ad un livello altissimo. Capitano gli scivoloni ma sono sicuro che l'entusiasmo tornerà a bruciare già con il prossimo processo in quelle aule di tribunale che sono la casa di Mickey Haller.



Il mio voto: 4



Enrico

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