RUBRICHE | LO SAPEVI CHE... Metaromanzo

Cervantes
Il metaromanzo è una narrazione che assume come proprio oggetto l'atto stesso del raccontare, così da sviluppare un romanzo nel romanzo.
All'interno di un metaromanzo l'autore introduce delle proprie considerazioni sullo scritto che sta producendo, ma anche degli avvisi o delle osservazioni rivolte direttamente al lettore.
In questo modo l'autore stabilisce un rapporto con il lettore, creando con esso un dialogo continuo.
A questo modo più che raccontare una storia, il narratore affronta questioni teoriche sul modo e sulle motivazioni dello scrivere: dall'auto osservazione nell'atto dello scrivere allo svelamento delle tecniche del racconto e delle scelte più profonde.

Un embrione di metaromanzo è contenuto ne L'ingegnoso gentiluomo Don Chisciotte della Mancia di Cervantes: tra la prima parte del Don Chisciotte del 1605, e la seconda, del 1615, un altro scrittore, Alonso Fernández de Avellaneda, raccoglie la sfida del Don Chisciotte e ne scrive un seguito in concorrenza e in polemica con Cervantes.
Questo seguito viene pubblicato nel 1614 e l'anno seguente Cervantes pubblica a sua volta la seconda parte del Don Chisciotte, in cui fa continui riferimenti al Don Chisciotte apocrifo, sfoderando una satirica lucidità critica per valorizzare il proprio Don Chisciotte.
La polemica con Avellaneda si manifesta a partire dal capitolo LIX dove si racconta lo straordinario caso che successe a Don Chisciotte e che si può tenere in conto d'avventura, apice satirico e modernissimo del romanzo: Don Chisciotte e Sancio, ignari di esser essi stessi personaggi di una narrazione, in un'osteria sentono discutere due persone sulla seconda parte del Don Chisciotte di Avellaneda, il primo, Don Giovanni, vuole sentirla raccontare, "Perché non c'è libro tanto cattivo che non contenga qualche cosa di buono", mentre il secondo, Don Girolamo, dice che "Chiunque abbia letto la prima parte non può divertirsi a leggere questa seconda".
Entrambi sono disgustati del disamoramento da parte del Don Chisciotte di Avellaneda di Dulcinea del Toboso: a quel punto, Don Chisciotte (quello vero) si rivela agli avventori dell'osteria smentendo categoricamente.
Mentre sfoglia il libro apocrifo che parla di lui, Don Chisciotte critica (e Cervantes attraverso lui) la versione di Avellaneda, gli errori stilistici e psicologici sui personaggi, concludendo: "M'ingannerò, signori, ma fra me e l'autore del libro che hanno loro non ci può essere buon sangue" e Don Giovanni aggiunge "E se fosse possibile, bisognerebbe ordinare che nessuno ardisse occuparsi dei fatti del gran Don Chisciotte, tranne Cide Hamete Benengeli suo primo autore".

Altri esempi nella letteratura mondiale sono La storia infinita di Michael Ende, Il mondo di Sofia di Jostein Gaarder, Gli occhi di un re di Catherine Banner, e La donna del tenente francese di John Fowles, Jacques il fatalista e il suo padrone di Denis Diderot.
 Nella narrativa italiana contemporanea come esempi di metaromanzo si possono citare Se una notte d'inverno un viaggiatore, scritto nel 1979 da Italo Calvino, e Il segreto di Angela, pubblicato nel 2013 da Francesco Recami.


Enrico

Commenti