RUBRICHE | LO SAPEVI CHE... Progetto San Marco

Installazione del San Marco 1 nel raggio vettore
Il Progetto San Marco fu il programma di collaborazione bilaterale che vide impegnati Italia e Stati Uniti nella ricerca scientifica e nella sperimentazione nello spazio tra il 1962 ed il 1980.
Il progetto segnò l'inizio dell'era spaziale italiana che, con il lancio del San Marco 1 il 15 dicembre 1964, portò l'Italia ad essere la terza nazione ad effettuare la messa in orbita di un satellite artificiale dopo Unione Sovietica e Stati Uniti, utilizzando un vettore fornito dagli Stati Uniti ma operato da personale italiano.

Gli enti preposti al programma furono la NASA per gli Stati Uniti e il Centro di Ricerche Aerospaziali (CRA), oggi noto come Centro di Ricerca Progetto San Marco, dell'Università " La Sapienza" di Roma.
Ideatore e padre del progetto fu il prof. Luigi Broglio il quale riuscì a coinvolgere il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e l'Aeronautica Militare Italiana.
Il programma prevedeva la firma dei protocolli d'intesa per la cessione da parte della NASA del razzo vettore Scout, la progettazione del satellite San Marco, la sua costruzione in 8 esemplari, l'approntamento di una base missilistica, l'addestramento dei tecnici coinvolti a Wallops Island in Virginia, le prove in laboratorio e infine la messa in orbita dei satelliti.
Il Progetto San Marco vide tuttavia la nascita effettiva di solo cinque degli otto satelliti previsti a causa della riassegnazione dei relativi fondi verso altri progetti più recenti, primo tra tutti il Progetto SIRIO istituito nel 1968.

L'evoluzione del programma comunque portò alla creazione del Centro di Ricerca Progetto San Marco nel 1993, attualmente ancora sotto la direzione dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza".

Attualmente, sebbene il Centro di Ricerca non sia più coinvolto nel lancio di satelliti dal 1988, sono in corso due macro progetti.
Il primo ha lo scopo di sviluppare software e programmi per l'elaborazione di immagini e informazioni ottenute via satellite.
Il secondo invece si concentra nella creazione di un sistema di avionica adatto ad un microsatellite economico e realizzabile in strutture come un laboratorio universitario.
Le attività incluse nel primo progetto di elaborazione di immagini satellitari sono il Global Monitoring for Security and Stability (GMOSS), il System for Fire Detection (SFIDE), le Southern Hemisphere Additional Ozonesondes (SHADOZ) e il Central-East Africa Satellite Monitoring (CEASMO).
La prima ha lo scopo di creare e sviluppare una rete di ricognizione globale con l'intento di monitorare il rispetto dei trattati internazionali contro la proliferazione di armi di distruzione di massa e la definizione dei confini territoriali.
La seconda è una parte del Progetto SIGRI (Sistema Integrato per Gestione Rischi Incendi) e intende fornire in tempo reale informazioni sugli incendi boschivi nell'area Mediterranea tramite satelliti geostazionari.
La terza consiste nella partecipazione del Centro di Ricerca alla creazione di un archivio di informazioni ottenute attraverso palloni sonda dell'ozonosfera nelle aree tropicali.
L'ultima attività vede impegnato il Centro di Ricerca nell'ottenimento di immagini dell'Africa centro orientale così come informazioni sulla situazione ambientale e morfologica della stessa.
Altra attività riguarda una sinergia con l'Aeronautica Militare basata su una intesa siglata nel 2009 con l'Agenzia Spaziale Italiana per l'utilizzo delle due piattaforme per attività di Telemetry Tracking & Control (tracciamento telemetrico e controllo) e di telerilevamento.


Enrico 

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