RECENSIONE | LA RAGAZZA DEL TRENO... la scomparsa di Megan

La ragazza del treno (The Girl on the Train) è un romanzo del 2015 scritto da Paula Hawkins e pubblicato in Italia da Piemme.
Poco dopo la sua pubblicazione è divenuto un best seller negli Stati Uniti e in Gran Bretagna con oltre 3 milioni di copie vendute solo negli USA.
Ha debuttato alla numero uno nella lista dei best sellers del New York Times, rimanendovi per 13 settimane.

La popolarità di questo romanzo, per me, ha preceduto di gran lunga la trama; mi spiego meglio, sono un abituale frequentatore di librerie (sento il bisogno di entrarci almeno un paio di volte a settimana) e non appena attraverso l'ingresso mi fiondo sul reparto novità.
Quel giorno sembrava esistesse un solo libro, gli scaffali erano pieni di 'La ragazza del treno' ma non avevo la voglia di sfogliarlo come spesso capita con altre opere.
Solo nei giorni a venire, navigando on-line, ho scoperto la scalata alle classifiche americane della Hawkins e mi sono detto: "devo leggerlo".

La storia è raccontata principalmente dal punto di vista della protagonista Rachel, ma anche dalle altre due donne della storia; Anna e Megan.
Rachel Watson è una donna di 32 anni di Londra con seri problemi di alcolismo, fatica ancora ad accettare la fine del suo matrimonio, il marito Tom si è da poco risposato con Anna ed è diventato padre di una bambina.
A causa del suo alcolismo è stata da poco licenziata ma continua a prendere il treno ogni mattina fingendo di andare al lavoro per salvare le apparenze con la sua coinquilina.
Durante i suoi quotidiani viaggi in treno, per sfuggire dalla solitudine, osserva la vita delle persone attraverso il finestrino e la sua attenzione si è focalizzata su una coppia, a cui ha dato i nomi di Jess e Jason, che idealizza come la "coppia perfetta".
In realtà si chiamano Megan e Scott Hipwell e la loro esistenza non è così perfetta come sembra.
Un giorno Rachel vede dal finestrino Megan con un altro uomo e pochi giorni dopo la donna scompare nel nulla.
La notte della scomparsa della donna coincide con la notte in cui Rachel ha alzato troppo il gomito ed è rimasta ferita. Notte della quale però non ha più memoria.
Pensando di essere responsabile in qualche modo della scomparsa di Megan, Rachel inizia ad indagare per conto suo.
La verità sarà presto scoperta.

E' un giallo molto 'soggettivo' secondo me, Paula narra le vicende in prima persona non solo di un personaggio ma di tre, le tre donne principali del romanzo come in una sorta di diario personale.
Si sente molto la penna femminile nonostante l'intera storia ruoti attorno a temi forti quali l'alcol, la violenza e la paura.
Non si tratta di un'opera lunga ma la prima metà non mi è piaciuta, troppo lenta e prolissa, a tratti anche noiosa, pensavo di far fatica ad arrivare alla fine.
Leggere di Rachel e della sua vita ormai rovinata non mi entusiasmava, ho sperato non fosse cosi tutto quanto e ho dato fiducia alla scrittrice; fiducia che è stata ripagata nella seconda metà del libro che si è fatta molto più interessante e le vite delle tre donne si sono (inevitabilmente) intrecciate in modo quasi comune a molti altri romanzi di genere ma comunque piacevole alla lettura.
Non mi ha tenuto 'sulle spine' fino alla fine perchè i sentori di chi potesse essere il colpevole della scomparsa di Megan li avevo già da un pezzo ma è stato piacevole scoprire come quel qualcuno abbia studiato e architettato il tutto.

Insomma, un discreto libro giallo di intrecci amorosi e vendette che forse, a mio modesto parere, non merita tutti gli elogi che gli vengono attribuiti.
Rimane un giallo 'nella media' che si distingue nè più nè meno di qualunque altro.



Il mio voto: 6/10



Enrico 

Commenti

  1. Ciao! Insomma il testo non sembra un granché dal tuo punto di vista. Io non l'ho ancora letto, e devo dire la verità, non so se lo leggerò. Sono un'appassionata del genere ma questa storia mi sembra piuttosto banale. Ancora devo capire com'è arrivato in così poco tempo alla 13a edizione. Un saluto

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    1. Ciao Daniela, come hai capito non mi è piaciuto.
      La sufficienza la raggiunge grazie ad un finale di livello poco più alto rispetto al resto del libro.
      Mi sono lasciato attirare dalla 'pubblicità' e dalla scia del 'caso' che gli aleggiava intorno.
      Come dici anche tu la storia l'ho trovata banale, nessuna 'rivoluzione letteraria' anzi qualcosa di già letto.

      Naturalmente questa è la mia modestissima opinione che non vuole essere una sentenza, i gusti sono gusti e ciò che a me non è piaciuto può far impazzire un altro lettore.
      Sono dell'idea che un libro con la sua storia vanno vissuti appieno e il giudizio può essere in qualche modo influenzato dallo stato da'animo del lettore in quel periodo; magari rileggendolo (non credo proprio ;D) tra un anno lo apprezzerò di più.

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