RUBRICHE | LO SAPEVI CHE... Romanzo Fantastico (parte I)

Cvetan Todorov
Il fantastico è un genere di narrazione basato sulla rappresentazione di elementi e situazioni immaginarie che esulano dall'esperienza quotidiana, straordinarie, che si ritiene non si verifichino (molto probabilmente) nella realtà comunemente sperimentata.
Elementi che possono definire una situazione fantastica sono l'intervento del soprannaturale o del meraviglioso, come la magia o una invenzione tecnologica futuribile.
All'interno del vasto ambito del fantastico si possono raggruppare un'ampia schiera di generi differenti, tra i quali l'orrore, la fantascienza, il fantasy, il gotico.

Da un certo punto di vista si può iniziare a parlare di letteratura fantastica o di fantasia sin dall'alba dell'uomo, in cui si recitavano versi propiziatori di carattere sacro o epico, per implorare la benevolenza degli dei o celebrare le gesta dei guerrieri.
I primi drammi, i cui personaggi erano maschere di divinità che si affrontavano tra loro (ad esempio per simboleggiare la lotta tra gli inferi e la luce al solstizio d'inverno) sarebbero nati in questo modo. In tempi storici gli antichi Egizi avevano formato una mitologia molto complessa già alcuni millenni prima di Cristo con i loro racconti di cui rimane testimonianza nelle piramidi.
Nella stessa classe della letteratura mitologica rientrano anche i racconti sulle divinità greche, romane, norrene, induiste e native americane.

E' solo con la fiaba e la favola che si comincia a parlare di fantastico: in origine erano racconti per lo più dell'orrore fruibili quasi esclusivamente dagli adulti, per il fatto stesso che, a differenza dei bambini, la loro fantasia doveva essere stuzzicata.
Col tempo questi sono diventati generi per l'infanzia, ma i primi racconti e leggende su mostri, orrori indicibili, fantasmi e quant'altro sono ancora oggi considerati classici del genere fantastico, che a sua volta si suddivide in vari sottogeneri.
Il primo ad avere parlato di letteratura fantastica, ad averne fatto la storia ed esaminato le caratteristiche è lo scrittore francese Charles Nodier, nel suo saggio Il fantastico in letteratura (Du fantastique en littérature), pubblicato nella Revue de Paris nel 1830.

Italo Calvino ha proposto una suddivisione del genere fantastico in fantastico visionario, con elementi soprannaturali come fantasmi e mostri (che include come sottogeneri fantascienza, horror, narrativa gotica e via dicendo) e fantastico mentale (o quotidiano), dove il soprannaturale si realizza tutto nella dimensione interiore (si pensi per esempio a Il giro di vite di Henry James, o a Marcovaldo dello stesso Calvino).

Cvetan Todorov nel suo saggio La letteratura fantastica sostiene che il fantastico è un genere spurio. Il fantastico si muove sempre tra meraviglioso e perturbante (o strano), il primo essendo la narrazione dove elementi irreali sono presenti nella storia senza che la loro sussistenza crei problemi epistemologici agli attanti; il secondo è invece quella narrazione dove il momento di incertezza ("è vero o è falso quello che sto vedendo?") si risolve con una riaffermazione dei principi realistici.
Il fantastico secondo Todorov è capace di evocare nel lettore scene irreali rendendole credibili dal punto di vista mimetico, anche se il narratore non rinuncia ad esprimere incertezze su quello che vede o sente, l'effetto di angoscia, timore è creato dal voluto stato di sospensione tra reale e soprannaturale, realtà e sogno mai irrisolto.
Ciò è possibile utilizzando tecniche tipiche della narrazione moderna e naturalistica da una parte, e molti dei sapienti espedienti psicologici del gotico e del thriller dall'altra.
Non a caso, la maggior parte dei racconti fantastici sono opera di letterati moderni, soprattutto dall'Ottocento ai giorni nostri.
Dal punto di vista del contenuto l'effetto è reso possibile in quanto lo scrittore fa leva su timori o desideri escatologici legati alle nostre credenze (religione, filosofia, magia ecc.) o comunque a quelle nelle quali il lettore è stato educato.
Nel mondo cristiano per esempio, il castello medievale, il monastero, la cripta e il cimitero evocano spesso timori nel visitatore: il fantastico fa un salto in più e li materializza in un contesto realistico, ma non necessariamente reale (simile a quello in cui viviamo).
Al contrario, nella fiaba o nel mito l'orco e il drago non spaventano più di tanto anche perché il contesto in cui appare non è plausibile almeno per il lettore adulto: castelli sulle nuvole, pianeti o continenti immaginari popolati di nani, streghe e di giganti rivelano apertamente la natura deliberatamente fittizia della storia, dove i personaggi stessi non sembrano fatti di carne e ossa. Todorov classifica le favole nel meraviglioso, quello che solitamente è denominato con la dicitura fantasy.
Nel fantastico l'effetto consiste invece nella sorpresa: è l'irruzione nel mondo reale di qualcosa che non vi appartiene, e l'effetto è perturbante.
L'intervento del soprannaturale è credibile, ma sempre dato come possibile o probabile perché il narratore adduce prima o poi dei piccoli indizi (testimonianze contraddittorie o manifestazioni non facilmente risolvibili con la coerenza della fisica).
Anche se gli indizi che fanno incrinare la credibilità della storia non sono probanti e lasciano il lettore nell'impossibilità di dipanare quei dubbi.
Il protagonista può vedere un fantasma, sentire delle voci provenienti da tombe, essere anche rapito da mostri.
Ma se affiorano dubbi sulla sua sanità mentale o sul suo uso di droghe psichedeliche il salto definitivo nel meraviglioso è impossibile e restiamo in un'atmosfera di incertezza, di suspense tra sogno e realtà.
Todorov afferma che la spiegazione razionale è sicuramente accettabile, ma che manca di un alibi di ferro: l'immagine ricorrente è quella di un piccolo spiraglio aperto sulla stanza del soprannaturale attraverso il quale scorgiamo qualcosa di sospetto e magari terrificante, senza che possiamo uscire dalla nostra.
La rigidità della definizione di Todorov verrà poi messa in discussione con l'avvento del postmodernismo e della mescidazione che ne seguirà.


Enrico

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