RUBRICHE | Lo Sapevi Che... CLAVICEMBALO ELETTRICO
Clavicembalo elettrico |
Il
clavicembalo elettrico (in francese: clavessin électrique o clavecin
électrique) è uno strumento musicale ideato nel 1759 dal fisico e
matematico francese Jean-Baptiste Thillais Delaborde, e risulta essere
il più antico strumento musicale azionato elettricamente ad essere
giunto fino ai nostri giorni.
Il prototipo di Delaborde è attualmente
conservato presso la Bibliothèque nationale de France di Parigi.
Il nome clavicembalo è inappropriato per tale strumento, in quanto esso non presenta alcuna analogia con il cordofono barocco, essendo invece molto più prossimo ad un carillon.
Tale scelta è stata fatta da Delaborde per conferire maggiore dignità allo strumento, sostenendo la netta superiorità della sua invenzione rispetto ad un carillon.
Come annotava lo stesso Delaborde, il timbro dello strumento assomigliava ad un registro organistico di tremolo.
Il nome clavicembalo è inappropriato per tale strumento, in quanto esso non presenta alcuna analogia con il cordofono barocco, essendo invece molto più prossimo ad un carillon.
Tale scelta è stata fatta da Delaborde per conferire maggiore dignità allo strumento, sostenendo la netta superiorità della sua invenzione rispetto ad un carillon.
Come annotava lo stesso Delaborde, il timbro dello strumento assomigliava ad un registro organistico di tremolo.
Lo strumento era una sorta di carillon basato su un meccanismo analogo ai moderni campanelli elettrici.
Per ogni nota erano presenti due campane unisone, che con il rispettivo battente (uno per ogni coppia di campane) pendevano da delle sbarre di ferro.
Tali sbarre erano caricate da un generatore elettrico.
Era presente una tastiera, impiegata dal musicista per suonare lo strumento.
Ogni tasto era una leva collegata ad un interruttore elettrico.
Alla pressione del tasto corrispondente ad una nota, una delle due campane veniva messa a terra ed isolata, scaricandosi.
Il battente, per effetto di forze elettriche, oscillava dunque tra la campana carica e quella scarica, percuotendole ed emettendo il suono dello strumento fino a quando il tasto non veniva rilasciato. Avendo un tasto per ogni nota, abbinato ad una campana intonata, era possibile usare lo strumento per suonare musica scritta per strumenti a tastiera, come il clavicembalo o l'organo.
Per ogni nota erano presenti due campane unisone, che con il rispettivo battente (uno per ogni coppia di campane) pendevano da delle sbarre di ferro.
Tali sbarre erano caricate da un generatore elettrico.
Era presente una tastiera, impiegata dal musicista per suonare lo strumento.
Ogni tasto era una leva collegata ad un interruttore elettrico.
Alla pressione del tasto corrispondente ad una nota, una delle due campane veniva messa a terra ed isolata, scaricandosi.
Il battente, per effetto di forze elettriche, oscillava dunque tra la campana carica e quella scarica, percuotendole ed emettendo il suono dello strumento fino a quando il tasto non veniva rilasciato. Avendo un tasto per ogni nota, abbinato ad una campana intonata, era possibile usare lo strumento per suonare musica scritta per strumenti a tastiera, come il clavicembalo o l'organo.
Enrico
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