Les Revenants: gli incubi non sono ancora finiti
Un paio di anni fa si è fatto largo un gioiellino francese che ha riscosso attenzione e successo in Europa e oltre oceano, sto parlano di Les Revenants.
Si tratta di una serie televisiva creata da Fabrice Gobert e diffusa a partire dal 26 novembre 2012 attualmente arrivata alla seconda stagione.
È un adattamento del film Quelli che ritornano di Robin Campillo uscito nel 2004.
In brevi parole la trama potrebbe essere riassunta come segue: in un piccolo paese di montagna, alcune persone morte da qualche tempo,
ritornano in vita: Camille, un'adolescente morta in un incidente
d'autobus, Simon, un giovane morto il giorno del suo matrimonio, Louis
alias Victor, un bambino che non parla e molti altri.
I "ritornati"
cercano di tornare alle proprie vite come se nulla fosse successo ma nel
frattempo si verificano degli strani fenomeni: si interrompe spesso la
corrente, si abbassa il livello dell'acqua della diga del paese,
appaiono strane ferite sui corpi dei vivi e dei morti.
E' una serie horror ma non c’è lo splatter alla The Walking Dead e nemmeno la violenza esplicita di Game of Thrones.
Qui la paura si percepisce,
è nell’atmosfera sospesa di un piccolo paesino dell’Alta Savoia (Annecy), è
negli sguardi, nell’ignoto.
Si fanno i conti con il
soprannaturale che ha ben poco di magico e che entra con forza nella
quieta quotidianità di provincia.
La giornalista e critica televisiva Stefania Carini ne ha offerto un’accurata analisi nel libro I misteri di Les Revenants,
edito da Sperling & Kupfer, che contiene (oltre ad alcune
anticipazioni della seconda stagione), tante curiosità e le interviste
esclusive al creatore della serie e al suo sceneggiatore.
E se un maestro della letteratura del brivido, qual è universalmente
riconosciuto Stephen King, ci ha tenuto a farci sapere via Twitter che Les Revenants,
e in particolare la figura del piccolo Victor, gli aveva fatto venire
gli incubi, allora significa che siamo inevitabilmente di fronte a un
prodotto molto ben fatto.
Enrico
Commenti
Posta un commento