RECENSIONE | L'OMBRA DEL COYOTE... Bosch e l'indagine sulla morte della madre



L'ombra del coyote (The Last Coyote) è il quarto romanzo di Michael Connelly con protagonista il detective Harry Bosch, edito nel 1995.
Vincitore del Premio Dilys nel 1996.
Anche questo può essere considerato un 'police procedural' atipico, in quanto la figura di Bosch è assolutamente predominante e non viene messo in particolare risalto l'eventuale contributo alle indagini di altri poliziotti.
Il titolo del libro deriva dal fatto che, durante la storia, il detective farà una serie di sogni legati alla propria psiche, nei quali comparirà sempre un coyote.

Ma, chi è Harry Bosch?
Il suo nome completo è Hieronymus Bosch, che gli è stato dato dalla madre (protagonista indiretta del libro) in onore dell'omonimo pittore del XV secolo.
Nato nel 1950, sua madre era una prostituta ad Hollywood, che venne uccisa nel 1961 quando Bosch aveva 11 anni.
Il padre, che incontrò più tardi nella sua vita, invece era un importante avvocato penalista.
Ha passato la sua giovinezza con alcune famiglie adottive occasionali e in vari orfanotrofi e centri giovanili dove apprese dell'omicidio della madre.
Appena maggiorenne scappò via e si arruolò nell'esercito americano, venne mandato in Vietnam dove diventò un topo delle gallerie nella 25ª divisione fanteria, cioè un soldato specializzato il cui lavoro era di avventurarsi nel dedalo di gallerie utilizzate come caserme, ospedali e, in alcuni casi, obitori dai vietnamiti.
Dopo essere tornato dal Vietnam entra a far parte della LAPD e nei libri lo troviamo con il grado di Detective III, una posizione che include i ruoli di investigatore e di supervisore e equivale al ruolo di Sergente.
In tutti i libri, Bosch vive in una casa in pendenza sulla strada Woodrow Wilson sulle colline di Hollywood.
I soldi utilizzati per la costruzione della casa provengono dalla produzione di una miniserie TV in cui un attore (l'immaginario Dan Lacey) interpreta il ruolo di Bosch in un caso al quale il detective ha lavorato in passato e che coinvolge un serial killer; per la realizzazione di questa serie Bosch ha anche fornito la consulenza tecnica come esperto del LAPD.

Harry Bosch, detective della polizia di Los Angeles, è stato sospeso per aver messo le mani addosso ad un superiore, la sua vita è un disastro: la propria casa sulle colline di Los Angeles, danneggiata dal terremoto, è destinata alla demolizione, la sua donna lo ha lasciato e lui si è attaccato alla bottiglia con una perseveranza che lo sta distruggendo.
Ora, per poter rientrare al dipartimento, è costretto a recarsi in terapia da una psicologa, la dottoressa Carmen Hinojos, che dovrebbe aiutarlo a modificare i suoi comportamenti violenti.
La strada per la “redenzione” passa attraverso una tragedia che lo ossessiona da sempre, senza che sia mai stato capace di affrontarla veramente: la morte di sua madre, una giovane prostituta, uccisa brutalmente trent’anni prima.
Bosch inizia così una sua indagine personale per scoprire l’assassino, rimasto impunito per tutto quel tempo.
Le sue domande provocano il panico nelle stanze del potere e, a mano a mano che la verità viene a galla, diventa sempre più evidente che qualcuno è disposto a tutto, anche a uccidere, pur di tenerla nascosta.
Qualcuno molto in alto, molto astuto e molto pericoloso.

Connelly tesse un intreccio tra ricordi, affetti e potere che tiene il lettore in sospeso fino in fondo, rimanendo tuttavia lineare e verosimile.
Il finale rischia di sorprendere numerosi lettori!!
Harry Bosch è un personaggio che non sfigura al cospetto dei grandi detective che hanno fatto la storia del thriller/noir, un mix di decadenza, anarchia, imprudenza e sete di giustizia che lo porteranno a mettere a repentaglio la sua vita e quella dei suoi colleghi.
Un ottimo thriller, dall'inizio alla fine ti coinvolge in questa sua "dannata" indagine e ti porta in una continua suspence con colpi di scena a ripetizione.
Viene sviscerato il personaggio di Bosch e si capisce chi sia realmente e perché sia così.
Connelly riesce a trasformare una trama stereotipata in una storia nuova, fitta e inusuale che, mantenendo comunque lo stesso intreccio di altri romanzi o film, inquadra il tutto da un altro punto di vista, quello umano e della sofferenza di un figlio che si duole della morte della madre e che non cerca una risposta alla domanda: chi é l'assassino? Ma cerca di capire chi è lui stesso in un viaggio di maturazione.

Per me, che ho inziato dal primo libro per proseguire con l'ordine cronologico, non è il miglior Connelly letto fino ad ora (chi ha seguito le altre mie recensioni saprà invece di quale sto parlando) ma ve lo consiglio come libro da leggere, magari, sotto l'ombrellone visto che ormai la stagione è arrivata.
Un piacevole romanzo che, come ho già avuto modo di dire, scava molto a fondo nell'anima del protagonista per portare a galla la sua vera personalità.
Credo che l'autore lo abbia scritto in un momento riflessivo della sua vita.



Il mio voto: 7/10



Enrico 

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