RECENSIONE | ZETAFOBIA di Gualtiero Ferrari
TITOLO: Zetafobia
AUTORE: Gualtiero Ferrari
EDITORE: Delos Digital
SINOSSI: i furti negli appartamenti. La crisi economica. La scarsa affidabilità dei conti bancari. E ora anche una nuova epidemia: lui ribatte colpo su colpo, cercando di proteggere sé stesso e la sua famiglia come può. Ormai vive dentro un bunker, ha armi e provviste per resistere anche a lungo. Lo definirebbero un fanatico, forse anche uno psicopatico.
Ma quando viene il momento, quando la nuova epidemia si rivela qualcosa di molto più grave di quanto si pensasse, lui è l'unico davvero pronto. E anche così vede i sorci verdi. Perché sembra facile quando l'apocalisse zombie la vedi in un film, nelle grandi pianure degli Stati Uniti. Ma quando ce l'hai in casa, alla periferia di Torino, ti accorgi che sono mille le cose che possono andare storte.
RECENSIONE
Leggere storie di epidemie, di zombie disgustosi e purulenti ormai non è così difficile. Un genere letterario che da sempre esiste ma che mai si è ritagliato una fetta così importante sul mercato internazionale come negli ultimi anni. Un impulso misterioso, come quello che spinge le migliaia di 'non morti' a percorrere impensabili distanze, ha infettato la mente e le penne di moltissimi scrittori che hanno avuto il coraggio di cimentarsi in un genere mainstream, dipingendolo in moltissime sfumature diverse. Con il rischio di cadere nella banalità e produrre un fiasco totale.
Dove sta, allora, la novità in Zetafobia? Nel prendere un qualcosa che è da sempre stato appannggio degli stati d'oltreoceano e farlo emigrare in Italia, nell'hintrland torinese. Sarà che conosco bene i luoghi descritti o forse la suggestione di vedere realizzato un qualcosa di impossibile fino a questo momento, a due passi da casa, a rendere così alte le mie aspettative. La debacle potrebbe essere dietro l'angolo.
Gualtiero Ferrari scrive una zombie-novel apocalittica con pochi personaggi 'vivi' e moltissimi 'non morti'. Tutto ruota intorno ad una normalissima famiglia: due genitori e il loro figlioletto. Domenico è un padre di famiglia con una psicosi che sfocia in atteggiamenti ossessivo-compulsivi; Lucrezia è la moglie, una donna determinata e nulla sembra possa scalfirla; Sebastiano è il frutto del loro amore. Insieme vivono in un piccolo borgo sulle colline torinese, proprio mentre una misteriosa epidemia trasforma tutti quanti in maniera incontenibile. A fare da contorno, uomini e donne che non sempre si riveleranno per quello che sono; sta al lettore attento il compito di carpirne i punti deboli.
Zetafobia trasuda di psicologia e ingegneria. Binomio 'univeristario' che vi chiederete come faccia a stare in piedi in un libro che parla di zombie. Eppure Gualtiero Ferrari riesce ad appiccicare insieme le due cose usando come collante il disturbo di Domenico. Lui è disposto a tutto pur di proteggere la propria famiglia, pur di sopravvivere; ecco allora che il posto di lavoro diventa la fabbrica del suo ingegno, il centro di gestazione di idee e tattiche. Un paio di capitoli in particolare sottolineano fortemente il tema ingegneristico (non vi dico a che scopo) ma avendo alle spalle un briciolo di studio in materia vi posso dire che la preparazione dell'autore, sul tema, è forte. Sintomo di grande padronanza dell'argomento. Elemento che potrebbe però far storcere il naso al lettore poco interessato e magari infastidito da ciò che non conosce.
Nell'immaginario collettivo le colline torinesi poco si adattano forse al tipo di storia raccontata ma ribadisco che è qui il punto di forza di Zetafobia. Il modo con cui il tutto è descritto non fa affatto rimpiangere quelle pianure americane, habitat naturale degli zombie. Siamo a Torino ma allo stesso tempo potremmo essere ovunque grazie all'incredibile 'malleabilità' di questo romanzo.
Gualtiero Ferrari utilizza un linguaggio moderno, alterna drammaticità con ironia e alle volte le fonde insieme in siparietti macabri come i mostri che crea. La caratterizzazione dei personaggi è buona. Domenico, Lucrezia e Sebastiano sono ben strutturati con una specifica personalità; è stato fatto un ottimo lavoro soprattutto su quella del bambino: un ragazzotto costretto ad un cambiamento repentino e traumatico con due sole scelte davanti: adattarsi o morire. Sorprenderà la madre ma sorprenderà decisamente di più il padre.
Argomento spinoso è quello degli stereotipi 'zombeschi'. Sono tutti menzionati e rispettati ma non risultano noiosi e non appesantiscono il libro con classici luoghi comuni. A tratti può forse sembrare una "piccola guida alla sopravvivenza in caso di apocalisse zombie" ma non fermatevi alle apparenze. C'è molto sentimento tra le righe. In un mondo che sembra ormai irrimediabilmente devastato c'è un momento che mi ha commosso, quello in cui Domenico legge la lettera che l'anziana madre gli scrive. Macchie d'inchiostro che diventano lame affilatissime pronte a trafiggere il cuore di un uomo che non può far altro che rassegnarsi alla incontrovertibile realtà. Passaggio straziante, anche per il lettore.
"Si dice che in guerra la prima vittima sia la verità; mi chiedo come stia di salute in tempo di pace. Secondo me, se non è morta, è quantomeno in coma". Citazione che riassume appieno il senso del romanzo, perennemente in bilico tra lo scegliere di essere un 'vivo' o 'un non morto'. Perchè alle volte la scelta e difficile, troppo dura per essere presa da solo. E' il potere della famiglia a tenere uniti gli ultimi cocci di un'esistenza in frantumi.
Zetafobia è l'esordio di uno scrittore ambizioso che vuole andare aldilà dell'apparire e abbattere alcuni tabù letterari che imperversano in questo mondo come una piaga dilagante, tanto per rimanere in tema.
Un romanzo non privo di difetti, sia dal punto di vista stilistico con alcune ripetizioni ridondanti e alle volte leggermente fastidiose, sia dal punto di vista dell'editing con errori ortografici che possono essere facilmente risolti se sottoposti all'attenzione di un correttore professionista.
Solo al termine della lettura ho scoperto che Zetafobia è il primo volume di una trilogia e che il seguito sarà disponibile dalla prossima estate. Intanto ci possiamo consolare con Nemesi: un racconto ispirato ai fatti raccontati nel romanzo.
VOTO: 3/5
Enrico
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