BLOG TOUR - approfondimento | IL CONFINE SOTTILE TRA VITA E MORTE: il concetto di carpe diem
Vengono chiamate NDE (dall'inglese Near Death Experiences, a volte tradotte in italiano come esperienze di pre-morte) e sono le cosiddette esperienze ai confini della morte. Sono l'insieme di tutti quei fenomeni di riattivazione delle funzioni vitali a seguito di gravi patologie, o eventi traumatici, che hanno causato una condizione di arresto cardiocircolatorio, piuttosto che lunghi periodi di coma.
Per anni sono state oggetto di approfonditi studi e i risultati di tali ricerche hanno permesso agli esperti di riconoscerne numerosi elementi comuni, anche grazie alle testimonianze rilasciate dai diretti interessati.
Tali soggetti hanno raccontato di aver provato la sensazione di vedere gli eventi svolgersi da una prospettiva esterna al proprio corpo, definita esperienza extracorporea, sentire un senso di calma e benessere e muoversi attraverso un tunnel verso una luce. Esperienze iper-reali, facili da ricordare e da raccontare, simili forse ad un'allucinazione o un sogno ma essi tendono a sostenere che l'esperienza non aveva la qualità sconnessa di un sogno. Alcuni sono addirittura in grado di descrivere dettagli ed eventi accaduti intorno a loro mentre erano incoscienti o clinicamente morti.
Il concetto è da sempre contraddittorio ed estremamente divisivo.
C'è la scienza che, in assenza di prove indiscutibili che le NDE siano viaggi nell'aldilà, tende a credere che le sensazioni provate siano spiegabili come risultato di processi fisici nel cervello, tuttavia non ancora identificati. Alcuni ricercatori hanno studiato i pazienti i cui cuori sono stati deliberatamente fermati durante un intervento chirurgico per cercare di trovare una correlazione tra le esperienze extracorporee e le letture fornite dalle macchine che monitorano le loro funzioni. Questo è solo uno dei tanti percorsi che la comunità scientifica ha esplorato nel tentativo di dare una risposta coscienziosa al fenomeno.
Gli scettici sono invece su un'altra lunghezza d'onda indicando diverse spiegazioni, e tra le altre quella secondo cui quando viene impedito il flusso di ossigeno al cervello e agli occhi può risultare la visione "del tunnel". Si potrebbe così spiegare la sensazione di muoversi verso una luce, intesa che molti NDErs riportano. Ecco che allora il tutto si traduce in un discorso sicuramente più logico e razionale.
In contrapposizione con la scienza ci sono poi i sostenitori del paranormale che affiancano tale fenomeno ad un contatto anticipato con l'aldilà, dove si attua la scissione fra anima e corpo, con la sola sopravvivenza della prima rispetto alle spoglie mortali. Ipotesi che pare smentita da testimonianze reali di soggetti che ribadiscono come la loro sia stata un'esperienza intensa e reale, non un'ingannevole apparenza indotta da fattori endogeni o esogeni.
Infine subentra il tema religioso, quello più delicato, spinoso e che più divide l'opinione pubblica. Questo perchè si tenta di dare una spiegazione alle esperienze ai confini della morte in base al proprio sistema di credenze religiose. Nel Cristianesimo è frequente incontrare la testimonianza di fedeli che ricordano la presenza di Maria proprio vicino al letto di morte; secondo la tradizione Maria e gli angeli verrebbero in soccorso del morente per guidare l'anima in Paradiso e impedire l'azione dannatrice dei demoni. Nella Bibbia si leggono episodi in cui il corpo umano è a tutti gli effetti morto ma l'anima che da esso si è separata rientra nello stesso corpo terreno che aveva prima di morire. Le NDE sarebbe dunque equivalenti ad una vera e propria resurrezione: una grazia che Dio sceglie di concedere, per un ritorno dell'anima, dal Paradiso al corpo nativo.
Ma cosa succede dopo una NDE? E cosa prova chi l'ha vissuta?
Alcuni NDErs affermano di aver fatto molta fatica a tornare alla vita quotidiana e di averla spesso stravolta separandosi, ad esempio, dal compagno/a oppure lasciando il lavoro per seguire un percorso nuovo e diverso. Si sente dunque la necessità di un rinnovamento, prefiggendosi nuovi obiettivi. E' un'esperienza che può cambiare profondamente il modo di pensare abbracciando uno stile mistico che permette di non temere più la morte e avere una convinzione rafforzata dell'esistenza dell'aldilà.
Certezze sul fatto che si tratti di una prova di una vita dopo la morte non ce ne sono ma alcuni lo sostengono e questo può essere di conforto, sia per chi contempli la propria morte sia per chi è in lutto per la perdita di una persona cara. E' sempre dolorosa ma se si riesce a scendere a patti con se stessi e a pensare che la persona amata si trova in un buon posto e che probabilmente un giorno ci riuniremo ad essa allora quel dolore è mitigato.
Si dovrebbe smettere di pensare all'umanità come se fosse divisa tra vivi e morti. Essa forma una realtà unitaria, dove il vero confine è quello tra la morte interiore, che è il rifiuto della verità e quindi dell'essere, e l'apertura alla vita, che consiste nel fatto di accogliere l'essere e di diventare consapevoli del suo abitare in noi.
Ecco allora una grande e semplice verità: siamo noi a porci dei confini, questo quando ci collochiamo in una prospettiva sbagliata e parziale: del contingente e dell'immediato. Solo nella prospettiva del necessario e dell'eterno quei confini cadono, cessando di esistere.
Il Blog Tour è dedicato al primo capitolo della trilogia delle falci, intitolato FALCE e scritto da Neal Shusterman, edito Mondadori nella sezione Oscar Vault, per la collana Oscar Fantastica.
Insieme a me altre due blogger dalle quali vi invito a passare, nei prossimi giorni, per leggere gli approfondimenti:
- @laragazzacalabrese1988 (laragazzacalabrese.blogspot.com)
il 23 ottobre con "Sconfiggere la morte: tra scienza e morale".
- @attimidiprosablog (attimidiprosa.blogspot.com)
il 24 ottobre con "L'intelligenza artificiale".
Bellissimo articolo
RispondiEliminaTi ringrazio molto. E' stato interessantissimo e rivelatore prepararlo. E' un tema delicato ma affascinante.
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