RECENSIONE | L'UOMO DI GESSO di C.J. Tudor

TITOLO: L'uomo di gesso

AUTORE: C.J. Tudor

EDITORE: Rizzoli

PAGINE: 352 pp.

PREZZO: 13,00 € cartaceo tascabile



SINOSSI: sono passati trent'anni da quando il corpo senza testa della ragazza è stato ritrovato nel bosco. Ed Munster vive dove è cresciuto e insegna nella scuola locale, abita nella casa di famiglia e affitta una stanza a una studentessa dalla quale è attratto suo malgrado. A quanto pare, si è lasciato alle spalle l'estate del 1986, quando lui e i suoi amici giocando liberi nei boschi hanno trovato il cadavere. Solo il corpo, la testa non è mai stata rivenuta. A condurli in quella radura sono stati i disegni col gesso, un codice che avevano inventato per comunicare tra loro ma che a un certo punto, nessuno riesce a ricordare quando, ha preso vita propria. La verità su quel giorno nel bosco non è mai emersa, ma oggi Ed e i suoi amici hanno ricevuto una lettera con un foglio e un messaggio: un omino disegnato con il gesso.

RECENSIONE

Eccomi a parlarvi del terzo libro che ho deciso di leggere per la tappa della challenge #anoicepiacemalato di maggio. Dopo Pet Sematary e Psycho è la volta del meno rinomato L'uomo di gesso: esordio della scrittrice inglese C.J. Tudor.
Non sono solito farmi influenzare da immagini di copertina e commenti in quarta della stessa ma qui ho fatto un'eccezione perchè l'opinione di un noto quotidiano mi ha fatto strabuzzare gli occhi, non so se per stupore o per indignazione. E scommetto capiterà anche a voi non appena leggerete le prossime righe.
Un gruppo di giovani ragazzi trascorre le vacanze estive bighellonando per le vie del paese in cerca di divertimento e spensieratezza. Essere liberi da scuola e compiti è sicuramente una manna dal cielo ma le giornate diventano spesso tutte uguali e noiose se non si ha qualcosa da fare. L'estate del 1986 però è per loro indimenticabile e terribile dal momento in cui ritrovano il corpo senza vita (e senza testa!!) di una loro coetanea. Forse è meglio dimenticare tutto e fingere che nulla sia mai successo ma Ed ha un legame particolare con quella ragazza, che si lega irrimediabilmente con l'uomo di gesso. Trent'anni dopo l'incubo ritorna e tutti dovranno riunirsi per svelare chi è l'essere umano che sta dietro all'omicidio.

Dopo pochissime pagine e di botto ho gridato al plagio e mi sono chiesto come fosse stato possibile che questo libro avesse visto la pubblicazione. Le analogie con quel gran capolavoro di IT di Stephen King non sono solo molte ma in certi momenti mi sembrava di rivivere le stesse scene, una cosa incredibile. In una sorta di dejavù ho continuato la lettura e sentivo montare dentro tanta rabbia; puoi essere fan sfegatato/a di qualunque autore ma se poi ti metti a "copiarne" il lavoro come speri di poter ottenere il favore dei lettori? Pure alcuni nomi sono presi dalle opere di King, uno su tutti quello dell'uomo di gesso: il Sig. Halloran (... ed è subito Shining). Quello che io cerco in un libro è la scoperta dell'autore attraverso ciò che scrive; il suo è un lavoro certosino che mette nero su bianco la personalità, è il biglietto da visita con cui si presenta al pubblico. Se mi trovo quindi ad associare il titolo con un altro autore c'è qualcosa che proprio non va.
Sono stato sul punto di abbandonarlo ma la sua incredibile "modernità" mi ha convinto a proseguire. E' questo il punto forte che da la svolta ad una deludente. L'uomo di gesso è un IT 2.0 in cui i "perdenti" si sono evoluti all'uso dei social. La seconda parte del libro decolla e prende una piega inaspettata che depista anche il lettore più navigato per sconvolgerlo con un finale shockante.
La scrittura della Tudor non annoia mai, è scorrevole e divertente perchè utilizza slang tipici del nuovo millennio, con periodi brevi e pochissime descrizioni dei luoghi. Sceglie di concentrarsi a descrivere maggiormente i personaggi e lo fa in maniera certosina dipingendone, alla grande, i caratteri e per forza vi troverete a schierarvi con qualcuno che non è detto sia per forza il buono perchè spesso nelle personalità dure e scontrose ci si sente molto più a proprio agio. L'io narrante è il solo Ed ma è comunque una storia corale.
Ogni capitolo è un'alternanza temporale, tra il 1986 e il 2016, che si incastra bene con tutta la struttura della storia e permette di ricostruire ogni dettaglio. La Tudor non lascia nulla al caso e, come Pollicino, lascia briciole di pane sul percorso per impedire al suo lettore di perdersi. Vi spunterà un ovale sulla bocca per il doppio finale sconvolgente e vi stupirete nel constatare di quanto sia legato ad un dettaglio che quasi avevate dimenticato, arrivati a questo punto.

Quanto e cosa sei disposto a rischiare per nascondere una verità? E se quella verità tornasse trent'anni dopo a bussare alla tua porta, le apriresti? Il silenzio è un'arma letale se sei in grado di usarla, se sei un ottimo attore. Ma il silenzio è anche un baratro senza fondo, in lui puoi consumare la tua esistenza senza dare fastidio a nessuno ma stai sicuro che il passato verrà a cercarti anche lì e quando sarai caduto talmente in basso da non vedere più la luce allora non riuscirai ad uscirne, ti divorerà, ti distruggerà.
L'uomo di gesso è una lettura rapida ed elettrizzante con la giusta dose di sarcasmo e brutalità. Anche questa sfumatura ricorda i tratti dello Zio Steve e rende il thriller meno emozionante. Un vero peccato perchè nel complesso è libro è molto buono.

VOTO: 3/5



AUTORE: C.J. Tudor è nata a Salisbury e cresciuta a Nottingham, dove vive con la famiglia. Dopo aver lasciato la scuola a sedici anni, ha cambiato diversi lavori: è stata reporter, doppiatrice, cameriera, autrice per la radio, presentatrice di un programma televisivo in cui intervistava le più grandi celebrità di Hollywood. Ha iniziato a scrivere questo romanzo ispirata da una scatola di gessetti colorati che un amico aveva regalato a sua figlia per il compleanno. Di sera quei disegni sul vialetto di casa avevano assunto un'aria sinistra.

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