RECENSIONE | IL CERCHIO DEL LUPO... Bosch e l'assassino psicopatico
Il cerchio del lupo (Echo Park) è il dodicesimo romanzo di Michael Connelly con il famosissimo detective Harry Bosch,
edito nel 2006 e facente parte di una serie di opere che hanno scalato le classifiche di tutto il mondo.
E' un 'police procedural'
atipico, in quanto la figura di Bosch è assolutamente predominante e
non viene messo in particolare risalto l'eventuale contributo alle
indagini di altri poliziotti se non quelli di Rachel Walling e Kiz Rider.
Quest'ultima, una ragazza afroamericana gay, è la sua compagna alla divisione 'delitti irrisolti' che, da ormai diversi romanzi, lo segue come mentore lavorativo e che funge a sua volta da maestra di vita all'irrequieto detective che grazie ai suoi consigli si convince a tornare al distretto con modi e atteggiamenti molto più levigati rispetto quelli a cui eravamo abituati; la Walling invece torna sulla scena, in prima persona, dopo averla lasciata qualche romanzo fa, sempre agente dell'FBI ma impegnata in un'altra divisione, viene contatta da Bosch per un aiuto psicologico sull'indagine in corso e tra i due scoppia un'altra volta la passione.
Protagonista, come detto, è sempre Hieronymus
Bosch che vive nella caotica e violenta Los Angeles ed è un
agente capace
ma dal carattere difficile. Piccolo orfano, reduce dal Vietnam, un
passato di eccessi tra fumo e alcol, un matrimonio fallito e una
casa
semidistrutta da un terremoto ne fanno un elemento importante per le
indagini più complesse ma "scomodo" per i superiori che subiscono
pressioni politiche e d'immagine alle quali l'ormai cinquantenne
detective non si è mai piegato.
Dopo esser ritornato a lavoro nella divisione speciale 'Casi Irrisolti',
Harry Bosch riceve una telefonata dal detective Freddy Olivas, il quale
gli chiede il fascicolo Gesto, su mandato del direttore della Sezione
Processi Speciali Richard 'Ricochet' O'Shea. Si tratta di una ragazza scomparsa ormai da anni la cui ricerca non porta
risultati, e così il detective si convince che non si troverà mai nè il
corpo nè l'assassino.
Improvvisamente entra in scena uno spietato e psicopatico serial killer, Raynard
Waits, condannato alla pena di morte, che si dichiara colpevole di nove
delitti del passato più quello di Marie Gesto ammettendo anche di essere
in grado di condurre la polizia nel luogo dove si trova il cadavere
della ragazza in cambio di un patteggiamento per evitare la pena di morte.
Nonostante l'evidenza Harry ha i suoi dubbi e soprattutto si rende contro di aver trascurato un indizio fondamentale.
Harry Bosch è un personaggio che non sfigura al cospetto dei
grandi detective che hanno fatto la storia del thriller/noir, un mix di
decadenza, anarchia, imprudenza e sete di giustizia che lo porteranno a
mettere a repentaglio la sua vita e quella dei suoi colleghi.
Combatte contro il suo senso di colpa, seguendo sempre l'istinto, lottando contro un dipartimento corrotto dal potere dei soldi.
Connelly tesse un intreccio tra ricordi,
affetti e potere che tiene il lettore in sospeso fino in fondo, rimanendo tuttavia
lineare e verosimile. La sua capacità di descrizione è formidabile.
Torno a ripetere che i 'cold case' hanno sempre un fascino particolare perché gli
investigatori gettano reti, come i pescatori, per raccogliere quante più
informazioni possibili a distanza di anni.
Un libro che piace perché 'equilibrato' sotto ogni aspetto.
Non uno dei migliori di Connelly ma comunque incalzante e spregiudicato, senza veli.
Le sue indagini sono le nostre indagini, ti coinvolgono cosi tanto che sembra di vivere a Los Angeles e di viverci da una vita.
Un romanzo intrigante ad alta intensità, ti trasmette emozioni forti. Azione, tattica e amore ne fanno un thriller magistrale.
Ancora una volta però l'editore spara un titolo che con il romanzo ha poco a che fare,
l'originale è 'Echo Park', che fa riferimento al quartiere collinoso, nel Northwest di Los Angeles, dove viene ritrovato il corpo di Marie Gesto.
Il mio voto: 8/10
Enrico
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