RECENSIONE | DEADWOOD - Christina Zaers

TITOLO: Deadwood

AUTORE: Christina Zaers

EDITORE: NUA Edizioni

PAGINE: 250 pp.

PREZZO: 15,00 € cartaceo; 4,99 € e-book

DATA DI USCITA: 18 febbraio 2021



SINOSSI: il newyorkese Rory Mitchell arriva a Deadwood per seppellire il padre che conosceva a malapena. I suoi piani sono quelli di ripartire il prima possibile, ma una serie di delitti inquietanti per mano di un assassino che la stampa battezza "Il Giudice" lo spinge a iniziare a investigare assieme allo sceriffo Paul Marciani. Man mano che i due uomini indagano e i morti aumentano, si rafforza sempre più l'ipotesi di un serial killer votato allo gnosticismo che si è eretto a giudice e boia. Il Giudice uccide le sue vittime solo al passaggio di grandi comete, evento che aveva ispirato un suicidio di massa diciassette anni prima in California.

RECENSIONE

Sono dipendente dai thriller e dai gialli da ormai diversi anni, soprattutto da quelli americani, quelle terre e atmosfere da grandi film del cinema, paesaggi metropolitani affiancati a lande aride e desolate suscitano su di me un grandissimo fascino. Ed è questo il caso. Siamo nel Dakota, uno degli stati che meglio descrive questo accostamento e anche uno dei più freddi degli USA, divide esattamente a metà gli Stati Uniti da nord a sud. Terra di tribù native americane come i Lakota, meglio conosciuti come Sioux. Qui inizia la storia di Rory, un uomo legato a queste terre per colpa di un padre che ci ha vissuto da sempre, la grande città non era cosa per lui e infatti abbandonò moglie e figlio piccolo per rifugiarsi lontano da tutti e dal caos metropolitano. Ed è qui che ha deciso di concludere i suoi giorni, infatti Rory arriva a Deadwood per seppellire un padre, anzi uno sconosciuto, con cui non ha mai avuto un rapporto, uno scambio di lettere o di messaggi. Il funerale è per lui solo un fastidioso dovere. Rimarrà però sorpreso quando scoprirà che era ben valuto da tutta la comunità, specialmente da quella Sioux. Il nuovo sceriffo, Paul Marciani, sembra essere quello più colpito dalla scomparsa del suo predecessore e a lui è stato affidato il compito di consegnare a Rory una scatola di ricordi, ma solo al momento giusto.

Una storia davvero oscura ed affascinante che si ispira ad un fatto di cronaca realmente accaduto a fine anni '90: il suicidio di massa di chi voleva varcare i "Cancelli del Cielo" per ascendere al livello successivo, che non era una dimensione spirituale ma uno spazio fisico in un punto imprecisato dello cosmo, dove poter vivere in eterno una perfetta esistenza. 39 persone, sdraiate nei loro letti con indosso pantaloni da tuta, magliette nere e scarpe da ginnastica Nike nuove; tutti fascia al braccio con su scritto "Heaven's Gate Away Team" e un panno viola a coprire la testa e il busto.
L'autrice dimostra di ben conoscere la vicenda ed è in grado di utilizzarla modellandola ad immagine della sua storia, conosce poi molto bene il territorio in cui l'ha ambienta fomentando la curiosità e la voglia di chi, appassionato e sognatore come me, desidera un giorno toccare con i piedi il suolo americano. Suscita l'interesse e il desiderio di approfondire la storia americana e delle sue comunità locali, i loro usi e i loro costumi, la situazione sociale e politica che quasi mai viene studiata nelle nostre scuole a ragion veduta, concetto comunque opinabile, del fatto che ci si trovi dall'altra parte del mondo.
L'intreccio narrativo giallo/noir è ben costruito, l'approccio spirituale e teologico non è pesante ed è un ottimo mix di azione ed introspezione dei tanti personaggi che rendono viva la storia e tengono alta la concentrazione del lettore. La caratterizzazione migliore è quella dei due protagonisti, Rory e Paul, soprattutto il secondo che sembra avere ancora molto da dire a causa di un carattere chiuso, autoritario e pragmatico che lo fa apparire più duro di quanto in realtà non sia. A lui si contrappone un ragazzo solare e sfacciato, che non si preoccupa di mostrare il vero se stesso sbandierando la propria omosessualità, ma non solo, spicca anche il suo interesse quasi infantile verso l'indagine, e l'eccitazione che lo anima nel parteciparvi. Altro plauso all'autrice che ha saputo disegnare un personaggio LGBTQ+ forte e positivo.

Deadwood è una finestra aperta sui rapporti umani, rapporti padri-figli e sul coraggio di cambiare ciò che non piace della propria vita. Con sullo sfondo le Black Hills.
Un romanzo lineare e ben scritto, che sacrifica quel pizzico in più di adrenalina per concentrarsi sull'accettazione di se stessi e della propria individualità, qualunque essa sia. Nato come uno stand alone, forse, ha ancora molto da dire e da raccontare. Staremo a vedere.

VOTO: 4/5



AUTRICE: Christina Zaers è un'autrice italiana, lombarda. Si è innamorata del Grande Ovest americano molto presto, quando vi trascorreva sempre le vacanze estive da ragazzina, e ha deciso che prima o poi vi avrebbe ambientato un libro. O forse più. Traduttrice part-time e grande appassionata di viaggi e borsette; i suoi veri amori sono tre: il figlio, suo marito e il gatto Archie.


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