RECENSIONE | LA TORRE NERA... Childe Roland alla Torre Nera giunse
La torre nera (The Dark Tower VII: The Dark Tower) è il settimo romanzo della serie La Torre Nera scritta da Stephen King. Il libro è stato pubblicato il 21 settembre 2004 (compleanno di King) da Donald M. Grant ed illustrato da Michael Whelan. Costituisce la conclusione della serie che ha impegnato il RE per oltre 30 anni.
Si parte dalla fine del sesto libro, Jake e Padre Callahan combattono le truppe sataniche dentro il Dixie Pig, un luogo pieno di vampiri che mangiano resti umani e di porte che si aprono su altri mondi. Mia, che finalmente ha separato il suo corpo da quello di Susannah, partorisce Mordred Deschain, il figlio naturale di Roland e Susannah. Anche il Re Rosso è un co-padre di questo bambino. Crescendo ad un ritmo accelerato, Mordred insegue Roland e gli altri pistoleri attraverso questa avventura, mutando da uomo a ragno e viceversa secondo le necessità, ribollendo di rabbia verso il suo "padre bianco". Roland e Eddie tornano dal Maine a Fedic, dove il Ka-tet riunito, deve fermare un gruppo di persone, i Frangitori, che usano le loro capacità mentali soprannaturali per distruggere i Vettori che sorreggono la Torre. Se questa cadesse, il Re Rosso è convinto di poter comandare sul caos che si creerebbe. Allo stesso modo, Walter (alias Randall Flagg) ha sogni di grandezza in cui pianifica di uccidere Mordred. Roland continua la corsa verso l'obiettivo finale ed usa le qualità di Patrick, un giovane uomo imprigionato da qualcuno che si fa chiamare Joe Collins ma che in realtà è un vampiro psichico, per battere il Re Rosso guadagnandosi l'ingresso alla Torre.
Qui finisce la storia, quasi.
In altre parole, Stephen King avvisa il lettore che il libro finisce in questo punto, il nostro eroe ha raggiunto la Torre e le nostre possibilità sono due: tanto deve bastarci e non abbiamo bisogno di avventurarci nella Torre con lui, si può posare il libro in questo preciso istante con il ricordo di un'avventura fantastica; se il lettore non accetta questa proposta, allora, la storia riprende con Roland che si arrampica fino alla cima, le pareti della scala scolpite con i volti delle persone da lui conosciute, ad ogni piano si apre una porta che mostra un oggetto rappresentante la sua vita. Appare poi un'ultima porta con su scritto il suo nome. Il pistolero la apre e di colpo si rende conto che... la sua è una maledizione.
Personalmente, il pensiero di non leggere il finale non mi ha mai nemmeno sfiorato. So che ha diviso i fans e io sono del gruppo di chi lo ha apprezzato, alla grande. Chiarisce tutto e sistema quelle stonature che 'infastidivano' la melodia corale, nonostante il lungo flashback di La sfera del buio.
Ora, il pistolero, è un ottimo direttore d'orchestra.
E poi Joe Collins, Irene Tassenbaum, i Frangitori, Patrick Danville, Mordred. La sorte di Walter e del Re Rosso. Jake e Roland che vogliono salvare Stephen King e lo stesso che ricambia il favore. Un uomo che trasforma in realtà tutto ciò che disegna e una Torre che, in fin dei conti, è qualcosa più che familiare.
Leggere questa storia mi ha risucchiato a forza in un gorgo nel quale avvertivo, sempre più forte, la sensazione di esserci già stato, forse in sogno, forse da bambino, forse in un'altra vita. Un mondo nel quale la avvertivo la sensazione di ritrovare vecchi amici senza però averli mai conosciuti.
Leggere di Roland, della sua triste ricerca della Torre e del modo in cui la sua vita si intreccia con quella del Tet, mi ha lasciato un'impronta, come il profumo dei ricordi, di un periodo della vita che appartiene al passato e che ricordiamo con un mix di gioia e tristezza, per sempre.
E' risaputo che Stephen King ha 'il mestiere alle mani' ma per scrivere un'opera di questa portata, senza risultare asettico, devi metterci del tuo, devi 'sputare il sangue' non solo impegnandoti, non solo dando fondo al talento di scrittore ma anche sfogando un flusso di emozioni e segreti che sono tuoi soltanto. Devi metterci del vero, mascherato dalla fiction, ma pur sempre del tuo. E quale miglior modo se non quello di citarti come co-protagonista della storia? Geniale.
Una cosa deve essere ben chiara e giustamente sottolineata: non bisogna leggere per arrivare alla fine della storia, bensì per godersi ogni avventura intermedia. Ogni libro ha una fine perché deve averla, non è possibile scrivere volumi da 4000 pagine, ma essere ingordi alle volte non è un bene perchè sminuisce tutto quello che è il contorno, fondamentale per costruire la storia.
Sentimenti contrastanti di odio e amore mi hanno accompagnato per l'intera lettura. E' un lavoro mastodontico, e come in tutte le opere di questa portata, riuscire a non fare errori è impossibile. Ma anche questo rende tutto più bello.
La Torre Nera è un viaggio, non una destinazione. E' una digressione tra le opere di King, è un percorso che illustra come la sua scrittura e la sua immaginazione siano cambiate negli anni. Ricordo ancora i primi libri, così aspri da voler quasi abbandonare tutto.
Il genio di Stephen King ha un solo grosso 'difetto': è prolisso da far paura. E' così che spaventa il lettore rendendo molte sue opere ostiche non solo per la mole ma per tratti, alle volte intere parti, estremamente noiosi e anche questo ultimo capitolo non ne è esente.
Ho amato come il discorso dei 'vari mondi' abbia preso pieghe inaspettate. Non ci sono solo i mondi che possiamo definire reali ma anche quelli che consideriamo immaginari. Leggere questo libro, l'intera saga, sarà tuffarsi nell'incertezza della realtà e nell'inconscio della fantasia, la copertina come una porta. Fantastico.
Roland, il cavaliere egoista e impassibile, bello e dannato che alla fine si innamora di ogni singolo componente del suo ka-tet e mostra un cuore che nemmeno lui pensava di avere.
Il piccolo Jake, uno dei personaggi più iconici e, probabilmente, amati. La sua sorte è stata un profondo colpo al cuore.
Eddie, forgiato da una difficilissima infanzia e drogato cronico, ha imparato il valore della vita affrontando la propria dipendenza, uomo duro e scontroso il cui destino sembra segnato fin dal primo incontro con il pistolero.
Susannah, nonchè Odetta, nonchè Detta e in parte anche Mia, una donna con gli attributi, una vera pistolera. Il suo amore con e per Eddie è stato profondo e viscerale. Impossibile non viverlo con passione, insieme a loro.
Non mi è però piaciuto il destino che Stephen King ha deciso di riservare loro. Senza grande spoiler posso dire che si ri-incontrano tutti nuovamente in una New York dove Eddie e Jake, profondamente cambiati, non sono gli stessi che hanno affrontato il cammino con Roland e che piano piano si dimenticano di lui, di colui che li ha resi pistoleri, che li ha salvati dalle loro infime vite, che li ha resi ka-tet, amandoli in maniera incondizionata.
Giunti all'epilogo ecco l'orrore, l'ultima parte sembra fermarsi con Roland che attraversa finalmente quella agognata porta ma senza di noi. Dopo sette lunghi libri non mi fai vedere cosa c'è al di là, cos'è in realtà la Torre Nera? Poi ho continuato, poi King ha ammesso che il finale ci avrebbe delusi, poi così è stato, per molti, ma non per me.
Ho provato stupore ma soprattutto confusione. Ammetto di aver avuto bisogno di tempo per metabolizzare e realizzare ciò che è successo a Roland, ciò che è la Torre Nera. Sono tantissime le teorie possibili, paradossalmente una per ogni lettore. Dopo aver osannato l'interno della Torre per tutto questo tempo, forse, ci si aspetta un contenuto diverso, anche qui, per ciascuno.
Non c'è Conan Doyle nè Sherlock Holmes, non siamo nemmeno in pieno positivismo ma esistono una logica, una coerenza, una speranza. E' un'esperienza fenomenale.
Ora, a mente fredda e ragionata, dico che per una saga di tale portata qualunque finale diverso da questo sarebbe stato inadeguato perchè il suo fulcro, ribadisco, non è l'arrivare alla Torre Nera ma è il percorso di verità scoperte per arrivarci.
La torre nera è il romanzo con il quale Stephen King ha coronato il suo sogno, quello di edificare un mondo letterario asuefatto dall'epico scontro tra un manipolo di eroi e la malvagità. Il suo è uno sforzo mastodontico ma assai azzeccato di creare un universo narrativo ricco di dettagli, personaggi, ambientazioni, eventi, battaglie e colpi di scena.
La Torre Nera è dunque la sua Terra di Mezzo, che ci viene offerta con questi sette splendidi romanzi. Leggendo del deserto del Mohaine, della spiaggia del Mare Occidentale, di Rombo di Tuono, dei Calla, delle Terre Desolate, delle Terre Bianche, del Can-Ka No Rey, non si può far a meno di pensare alla Contea, a Moria, a Gran Burrone, al Bosco Atro, a Rohan, al Monte Fato.
Stephen King ha dunque costruito, con successo, la sua Terra di Mezzo dandole vita, donando, per l'ennesima volta, a noi, suoi lettori, quel che cerchiamo nei suoi libri: quella piacevole fuga che si chiama sospensione della realtà.
Il mio voto: 10
Enrico
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