RECENSIONE | IL PASSAGGIO... Bosch e l'altro lato della legge
Il passaggio (The Crossing) è il diciottesimo romanzo di Michael Connelly con il famosissimo detective Harry Bosch, edito nel 2015 e facente parte di una serie di opere che hanno scalato le classifiche di tutto il mondo.
E' un 'police procedural' atipico, in quanto la figura di Bosch è assolutamente predominante e non viene messo in particolare risalto l'eventuale contributo alle indagini di altri poliziotti.
Il protagonista è Hieronymus Bosch che vive nella caotica e violenta Los Angeles ed è un agente capace ma dal carattere difficile. Piccolo orfano, reduce dal Vietnam, un passato di eccessi tra fumo e alcol, un matrimonio fallito e una casa semidistrutta da un terremoto ne fanno un elemento importante per le indagini più complesse ma "scomodo" per i superiori che subiscono pressioni politiche e d'immagine alle quali l'ormai cinquantenne detective non si è mai piegato.
Nell'ennesima avventura scritta da Connelly, Harry Bosch è nato con una missione, quella di cercare la verità e operare per la giustizia ma ora che è in pensione questi due obiettivi devono essere accantonati. Un nuovo capitolo della sua vita si apre, un capitolo in cui deve riempire le giornate e darsi uno scopo e così cerca di mettere in atto un progetto a cui pensava da tempo, quello di riparare una vecchia Harley-Davidson che stazionava nel suo garage.
Non ci riuscirà. Non perché gli manchi la capacità, ma perché il suo fratellastro, l'avvocato Mickey Haller, ha bisogno di lui. Un suo cliente, un giovane nero con un passato tumultuoso, è accusato di aver ucciso una donna, una funzionaria della municipalità di Los Angeles. Ma Haller è convinto che non sia lui il colpevole e chiede a Bosch di portargli le prove della sua innocenza. Per il detective significa ricominciare ad indagare, questa volta senza distintivo, senza il supporto di una struttura organizzata come quella della polizia, e soprattutto a favore della difesa, una mossa che non lo rende affatto felice. Si deciderà a farlo solo quando si rende conto che l'accusato è davvero innocente, e non sarà facile.
Dopo il finale del libro precedente, eravamo tutti rimasti col fiato sospeso su quello che poteva essere il futuro di Harry Bosch. Ed eccolo che lo ritroviamo in pensione, a cui è stato costretto dopo l'ennesimo problema coi suoi superiori, invecchiato e intenzionato a rimettere in sesto una vecchia moto.
Con un ritmo incalzante e una trama coinvolgente e interessante, Connelly riesce a ridare un po' di brio al suo personaggio più rappresentativo, dopo le ultime uscite abbastanza deludenti.
I personaggi sono caratterizzati molto bene e riescono a suscitare sia empatia che disprezzo (nel caso dei soggetti negativi della storia). Soprattutto i due protagonisti, Bosch e l'avvocato Haller, contribuiranno a rendere vivo il contesto e la storia nella quale si muovono, che non va mai per le lunghe e tiene il lettore incollato alle pagine.
A differenza di molti altri romanzi, in questo caso scopriamo subito chi sono i veri colpevoli, non abbiamo idea di come siano andate le cose, di cosa ci sia dietro, ma pagina dopo pagina il quadro si completa. Resta da capire se Bosch, questa volta, riuscirà a dimostrare la verità anche senza un distintivo in tasca, se riuscirà a farsi ascoltare o se il tutto gli si rivolterà contro.
Mi sarebbe piaciuto una presenza maggiore della figlia e in certi punti anche di Haller, forse è un romanzo meno intrigante di altri ma il finale tiene comunque col fiato sospeso.
C'è un muro, fra la professione di poliziotto e quello di investigatore privato. Attraversarlo, per un ex agente, produce vergogna e discredito. Passare da sbirro che mette in galera gli assassini a investigatore privato che cerca invece di scagionarli, sa di tradimento. La notizia che Harry Bosch, un mito della polizia di Los Angeles, quel muro l'ha attraversato, produce per i suoi ex colleghi delusione e rancore. Sarà questo risentimento il "Leitmotiv" del romanzo. Ma per il nostro detecive l'indigesto "Passaggio" al ruolo di consulente investigatore privato è mitigato dalla convinzione che il cliente, che il fratellastro avvocato Haller difende, è innocente. E per la coscienza di Bosch, ciò significa che un assassino, un crudele macellaio, è in libertà e va cercato e ingabbiato ad ogni costo. Compito non facile, visto che occorrerà scardinare la prova regina di un dna che collega l'imputato sulla scena del crimine.
Thriller di facile lettura ma con poca suspence. A metà libro il lettore ha già chiaro l'intrigo e la trama intraprende la strada dell'intreccio fra il racconto dei buoni e quello dei cattivi. Pur tuttavia, se il gusto di smascherare i colpevoli viene meno, l'interesse del giallo si sposta sul come Bosch riuscirà a mettere in trappola i veri assassini.
Godibilissima la sua analisi dei dettagli che invece sfugge ai detective di polizia incaricati dell'indagine. La testardaggine di Bosch nel fiutare le tracce investigative, lo metterà più volte in pericolo, ma nulla lo fermerà nel cercare la verità su un misterioso orologio scomparso. Troverà alla fine la soluzione del caso, ma il prezzo sarà caro.
Il mio voto: 9
Enrico
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