RECENSIONE | VUOTO DI LUNA... il karma della superstizione
Vuoto di luna (Void Moon) è un romanzo di Michael Connelly edito nel 2000 che non vede però protagonista Harry Bosch ma Cassie Black: personaggio nuovo nell'universo letterario connellyano.
Sono
due le grandi serie dello scrittore statunitense, la prima e più
prolifica dedicata a Harry Bosch che gli è valsa la fama e il
successo, la seconda meno corposa incentrata su Mickey Haller, fratellastro del
primo, noto avvocato di Los Angeles e considerato uno dei migliori
della città e poi naturalmente esistono romanzi 'isolati' ed autoconclusivi come in questo caso.
Cassie Black sta dall'altra parte della legge: è una ladra specializzata in furti nei casinò. Anzi, la migliore. La sua vita è andata in pezzi in una notte senza luna: l'ultimo colpo è costato la vita a Mark, il suo compagno, e lei è stata condannata a cinque anni. Cinque lunghi anni in una cella, lontano da sua figlia, l'unico affetto che le è rimasto, che le ha dato la forza di andare avanti, di non arrendersi. Ma il suo debito con la giustizia lo ha pagato. Ora finalmente è fuori, vende Porsche ai ricchi snob di Hollywood. E anche in questo è dannatamente brava. Ma ciò che vuole sopra ogni cosa è riavere la sua bambina. Quando il rischio di perderla per sempre si fa concreto, Cassie sa che dovrà giocare l'ultima partita, forse la più difficile per lei. E anche se le carte sono truccate, questa volta non può tirarsi indietro, e la posta in gioco è ben più alta dei soldi di una vincita.
Dopo tanto Bosch e tanti libri con protagonisti poliziotti, ecco che Connelly si smarca un po' e ci imbastisce una storia con alcuni intenti più noir, che tuttavia mi convince meno. È un capitolo isolato, che si presenta al volgere del secolo, come se l'autore avesse voluto prendersi una pausa di scrittura dalle paure e fobie dei poliziotti di Los Angeles.
L'azione principale si svolge a Las Vegas, capitale di vizi e corruzione, ed anche se non ci sono protagonisti che tornano (elemento caratteristico dei suoi libri), si fanno collegamenti con la presenza di alcuni duri e malavitosi presenti in quel Musica dura sempre di teatro nel Nevada.
Qui, il personaggio principale è un topo d’albergo: Cassidy detta Cassie Black. Fa i suoi colpi insieme all’amante Max nei grandi alberghi del deserto, quelli che ospitano tanti tavoli da gioco. L’ultimo però va male. Qualcuno al Cleopatra li ha traditi e Max, per non farsi arrestare, si getta dal 20° piano e muore. Cassie viene condannata a lunga detenzione ma esce per buona condotta e il suo unico scopo è quello di riprendersi la figlia, di cui era incinta durante l’ultima rapina. Dopo averla finalmente trovata, per bisogno di soldi accetta un ultimo ingaggio proprio al Cleopatra. Peccato che si debba fare durante il cambio di luna, quel 'vuoto di luna ' del titolo (il vuoto di luna si verifica quando la luna finisce il suo ultimo aspetto importante, in un determinato segno, prima di entrare nel prossimo segno. Nel periodo di Vuoto di Luna è meglio evitare di compiere fatti a scelte importanti, dedicare questo tempo al riordino dei propri pensieri, al relax, o al compimento di affari di poca importanza fino a transizione avvenuta. Così dicono gli astrologi ma così non fanno i nostri protagonisti).
Eventi nefasti si addensano nella prima metà del libro, assistiamo alle bravate di un perfido Jack che ammazza gente a destra e sinistra e alle improvvide fortune di Cassie che riesce sempre (o quasi) a svicolare ma quel Jack (che imparerete ad amare ed odiare) scopre anche la figlia di lei, e la rapisce. Ci si avvia così all’ultimo quarto di luna, uno scambio bambina-soldi e una presumibile carneficina.
Qui ci vuole qualche bel trucco da scrivano come è Connelly che riesce ad imbastirlo con il filo conduttore interno di Cassie che per tutta l’ultima parte del libro si interroga se sia meglio, nel caso si salvasse, fuggire con la figlia o restituirla alla famiglia adottiva.
Un romanzo che non affonda troppo nel personale (come nelle storie di Harry Bosch), ci sono soprattutto momenti 'tecnologici' di descrizione degli ultimi ritrovati della tecnica delle rapine, alcuni un po' troppo lunghi, ma istruttivi di come si possa usare la tecnologia per fare tutto. Bene e male.
Dunque una storia senza il solito detective, pensavo, chissà come sarà? E la risposta è: buona.
Non è stato sicuramente il libro più bello che ho letto fino ad ora di Connelly ma si dimostra ancora una volta un grande creatore di trame. Intrecci che ti lasciano senza fiato, ben scritto e ben ideato anche se tutto si risolve in poche pagine.
Alla fine, un Connelly minore, in attesa di un ritorno a storie ed atmosfere più consone alla sua penna.
Enrico
Cassie Black sta dall'altra parte della legge: è una ladra specializzata in furti nei casinò. Anzi, la migliore. La sua vita è andata in pezzi in una notte senza luna: l'ultimo colpo è costato la vita a Mark, il suo compagno, e lei è stata condannata a cinque anni. Cinque lunghi anni in una cella, lontano da sua figlia, l'unico affetto che le è rimasto, che le ha dato la forza di andare avanti, di non arrendersi. Ma il suo debito con la giustizia lo ha pagato. Ora finalmente è fuori, vende Porsche ai ricchi snob di Hollywood. E anche in questo è dannatamente brava. Ma ciò che vuole sopra ogni cosa è riavere la sua bambina. Quando il rischio di perderla per sempre si fa concreto, Cassie sa che dovrà giocare l'ultima partita, forse la più difficile per lei. E anche se le carte sono truccate, questa volta non può tirarsi indietro, e la posta in gioco è ben più alta dei soldi di una vincita.
Dopo tanto Bosch e tanti libri con protagonisti poliziotti, ecco che Connelly si smarca un po' e ci imbastisce una storia con alcuni intenti più noir, che tuttavia mi convince meno. È un capitolo isolato, che si presenta al volgere del secolo, come se l'autore avesse voluto prendersi una pausa di scrittura dalle paure e fobie dei poliziotti di Los Angeles.
L'azione principale si svolge a Las Vegas, capitale di vizi e corruzione, ed anche se non ci sono protagonisti che tornano (elemento caratteristico dei suoi libri), si fanno collegamenti con la presenza di alcuni duri e malavitosi presenti in quel Musica dura sempre di teatro nel Nevada.
Qui, il personaggio principale è un topo d’albergo: Cassidy detta Cassie Black. Fa i suoi colpi insieme all’amante Max nei grandi alberghi del deserto, quelli che ospitano tanti tavoli da gioco. L’ultimo però va male. Qualcuno al Cleopatra li ha traditi e Max, per non farsi arrestare, si getta dal 20° piano e muore. Cassie viene condannata a lunga detenzione ma esce per buona condotta e il suo unico scopo è quello di riprendersi la figlia, di cui era incinta durante l’ultima rapina. Dopo averla finalmente trovata, per bisogno di soldi accetta un ultimo ingaggio proprio al Cleopatra. Peccato che si debba fare durante il cambio di luna, quel 'vuoto di luna ' del titolo (il vuoto di luna si verifica quando la luna finisce il suo ultimo aspetto importante, in un determinato segno, prima di entrare nel prossimo segno. Nel periodo di Vuoto di Luna è meglio evitare di compiere fatti a scelte importanti, dedicare questo tempo al riordino dei propri pensieri, al relax, o al compimento di affari di poca importanza fino a transizione avvenuta. Così dicono gli astrologi ma così non fanno i nostri protagonisti).
Eventi nefasti si addensano nella prima metà del libro, assistiamo alle bravate di un perfido Jack che ammazza gente a destra e sinistra e alle improvvide fortune di Cassie che riesce sempre (o quasi) a svicolare ma quel Jack (che imparerete ad amare ed odiare) scopre anche la figlia di lei, e la rapisce. Ci si avvia così all’ultimo quarto di luna, uno scambio bambina-soldi e una presumibile carneficina.
Qui ci vuole qualche bel trucco da scrivano come è Connelly che riesce ad imbastirlo con il filo conduttore interno di Cassie che per tutta l’ultima parte del libro si interroga se sia meglio, nel caso si salvasse, fuggire con la figlia o restituirla alla famiglia adottiva.
Un romanzo che non affonda troppo nel personale (come nelle storie di Harry Bosch), ci sono soprattutto momenti 'tecnologici' di descrizione degli ultimi ritrovati della tecnica delle rapine, alcuni un po' troppo lunghi, ma istruttivi di come si possa usare la tecnologia per fare tutto. Bene e male.
Dunque una storia senza il solito detective, pensavo, chissà come sarà? E la risposta è: buona.
Non è stato sicuramente il libro più bello che ho letto fino ad ora di Connelly ma si dimostra ancora una volta un grande creatore di trame. Intrecci che ti lasciano senza fiato, ben scritto e ben ideato anche se tutto si risolve in poche pagine.
Alla fine, un Connelly minore, in attesa di un ritorno a storie ed atmosfere più consone alla sua penna.
Il mio voto: 7
Enrico
Ciao Enrico! Come va?
RispondiEliminaVolevo avvisarti che c'è un premio per te nel mio blog "I pensieri di P.".
Se vuoi ti aspetto lì. Ciao!
Ciao Pia, che bello ri-incontrarti. Mi fa molto piacere sentirti!
EliminaUn premio per me? Wow, passerò prestissimo sul tuo Blog. Ci vediamo sicuramente li!